Da Terracini a Salvini...
Garantismo: cosa significa e perché oggi i garantisti stanno con giudici e migranti
Salvini accusa le toghe “comuniste” ricordando i 30mila innocenti arrestati ma applaudiva alle maxi-retate di Gratteri. La sinistra ha taciuto quando a violare le regole erano i magistrati. Il posto dei garantisti oggi è accanto agli internati di Albania e, quindi, accanto ai giudici che in nome della legge si oppongono alla deportazione
Politica - di Ilario Ammendolia
Mercoledì scorso, ospite di Lilly Gruber, Salvini supportava le sue accuse contro i giudici “comunisti” con i numeri: 30mila innocenti arrestati negli ultimi trent’anni. Troppi per Salvini e troppi anche per me. Con una differenza: quando nel 2019 scattava l’operazione “Rinascita Scott” che sbatteva in galera quasi 500 calabresi, su Il Riformista definivo quella retata uno show.
Salvini che fino a due mesi prima era stato ministro dell’Interno, con un libro di Gratteri sotto il braccio, si recò alla procura di Catanzaro per farsi fare la dedica e congratularsi col magistrato-eroe. Eppure nessun tribunale aveva ancora giudicato, e tantomeno condannato, gli imputati.
Oggi, dopo il primo grado di giudizio, sappiamo che molti di loro erano innocenti. Aldilà del merito non abbiamo mai avuto dubbi: quel modo di procedere e di colpire nel mucchio era in aperto contrasto con lo Stato di diritto, sputtanava i calabresi e soprattutto avrebbe rovinato la vita a centinaia di innocenti senza scalfire la ’ndrangheta. Per sostenere le nostre tesi bisognava sfidare il “pensiero unico” dei media che suonavano la grancassa mettendo sullo stesso piano “Rinascita Scott” col maxi processo di Palermo. Salvini fu tra questi. Probabilmente egli considerava gli innocenti imprigionati “zecche calabre” e quindi di nessuna importanza mentre oggi, è convinto che i giudici sono dei comunisti solo perché tutelano i diritti di pochi disgraziati destinati ad essere internati nello Spielberg di Albania.
Semplifichiamo, la magistratura, secondo Salvini (e purtroppo non solo per lui), può fare tutto ciò che vuole purché contro gli ultimi, i senza nome, e soprattutto purché non rompa i coglioni al governo quando vuole rinchiudere in prigione le “zecche nere” che arrivano dall’Africa. In un tale contesto molti sostengono che ci troviamo dinanzi all’ennesimo scontro tra magistratura e politica, invece siamo dinanzi ad un duro scontro di classe dal momento che si vuole togliere agli ultimi dell’Italia e del mondo, la tutela della legge. Bisogna aggiungere che oggi la sinistra ha preso posizione a favore dei giudici che hanno fatto rispettare la legge anche a costo di mettersi contro il governo e di fare arrabbiare Musk.
Una posizione giusta, ma sarebbe stata più coerente e credibile se in passato avesse trovato la forza di chiedere il rispetto delle garanzie costituzionali anche e soprattutto quando a violare leggi e regole sono stati gli stessi magistrati. Invece, ha colpevolmente taciuto dinanzi alle mille “retate” che hanno avuto il compito di nascondere il fatto che intere aree del Paese venivano consegnate alle mafie; è stata zitta quando ad essere colpiti da ingiusti provvedimenti della magistratura sono stati esponenti della destra. Non tutti. C’è stato e c’è un garantismo di antica scuola democratica che, nonostante momenti bui, non ha perso la bussola: garantisti con Dell’Utri come con l’anarchico Cospito che, incredibilmente, continua a scontare la pena in regime di carcere duro. Garantisti soprattutto con migliaia di persone sconosciute, ingiustamente arrestate e con tutti coloro che sono detenuti in galere che sono esse stesse un insulto alla Costituzione.
Per le cose appena dette e per altre ancora, mi sembra folle confondere l’attacco del centrodestra contro alcuni giudici come una opportunità per arginare lo strapotere di una parte della magistratura (che pur c’è), dal momento che la natura stessa di un tale attacco nasconde una brama di potere assoluto a cui bisogna assolutamente sbarrare il passo. E lo dobbiamo fare come garantisti impegnati su questo fronte da oltre mezzo secolo per contrastare – spesso in solitudine – un progetto eversivo proveniente dall’interno della magistratura. Oggi il posto dei garantisti è accanto agli internati di Albania e, quindi, accanto ai giudici che in nome delle leggi vigenti si oppongono alla deportazione degli ultimi della terra. Non conosco le idee di questi giudici ma dubito che si tratti di comunisti, qualora lo fossero sarebbe un motivo in più per stare al loro fianco.
Nessuno lo dovrebbe dimenticare: la Costituzione è firmata dal comunista Umberto Terracini. Non lo cito a caso. Terracini nel 1966 fu il primo a proporre, per il ventennale della Repubblica, un provvedimento di amnistia ed indulto, convinto com’era che quasi mai il carcere possa essere l’antidoto giusto per arginare la violenza e la criminalità, mentre spesso è un moltiplicatore di violenza e terreno fertile per la criminalità organizzata. Terracini non parlava a caso, avendo trascorso ben 11 anni della sua vita nelle galere fasciste che somigliavano tremendamente al carcere costruito in Albania.