Mentre il sottosegretario Andrea Delmastro esprime la sua “intima gioia” nel vedere la sofferenza altrui, in questo caso quella dei detenuti che “non lasciamo respirare dietro al vetro oscurato” delle auto blindante della polizia penitenziaria, nelle carceri italiane gli stessi agenti si rendono protagonisti di torture ai danni dei carcerati.
L’ennesima inchiesta su violenze e abusi in carcere arriva da Trapani, dal “Pietro Cerulli” del capoluogo siciliano. Su richiesta della locale Procura il Gip di Trapani ha disposto 25 misure cautelari nei confronti di altrettanti poliziotti penitenziari accusati a vario titolo e in concorso di tortura e abuso d’autorità contro i detenuti del carcere.
Per l’inchiesta odierna 11 sono finiti agli arresti domiciliari e 14 sono stati sospesi dal pubblico ufficio: in totale sono 46 gli indagati, con numerose perquisizioni in corso da questa mattina all’alba.
Le indagini sono partite nel 2021 a seguito delle denunce di alcuni reclusi sugli abusi in carcere, che hanno spiegato di avere subito maltrattamenti in luoghi privi di telecamere di sorveglianza. La Procura di Trapani ha quindi disposto l’installazione di dispositivi di videosorveglia che hanno permesso di accertare le responsabilità nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria, successivamente identificati anche attraverso ulteriori ricognizioni fotografiche effettuate dai detenuti.
“Un modus operandi diffuso“, affermano gli inquirenti, consistente “in violenze fisiche e atti vessatori nei confronti di alcuni detenuti”, condotte “peraltro reiterate nel corso del tempo e messe in atto in maniera deliberata da un gruppo di agenti penitenziari in servizio presso la casa circondariale di Trapani”.
Su quanto emerge dall’inchiesta di Trapani il Partito Democratico, tramite il senatore Walter Verini ha chiesto al ministro della Giustizia Carlo Nordio di “riferire in Parlamento“. Anche se non c’è un diretto collegamento temporale, le notizie dal carcere di Trapani giungono all’indomani delle vergognose e disumane dichiarazioni del sottosegretario Delmastro Dalle Vedove che, conferma di ignorare principi costituzionali e di umanità nel trattamento dei detenuti. Per questo Nordio, che non si è dissociato da quel delirio del suo sottosegretario, potrà avere l’occasione di farlo in Senato”, le parole diVerini intervenendo in Senato sulla questione.