Il "cold case"

Omicidio Nada Cella, dopo 28 anni si andrà a processo: a giudizio l’ex insegnante Cecere e il commercialista Soracco

Cronaca - di Redazione

21 Novembre 2024 alle 10:51

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Omicidio Nada Cella, dopo 28 anni si andrà a processo: a giudizio l’ex insegnante Cecere e il commercialista Soracco

Dopo 28 anni dalla sua morte, tre persone andranno a processo per l’omicidio di Nada Cella, la 24enne uccisa a Chiavari il 6 maggio del 1996 nello studio del commercialista Marco Soracco dove lavorava come segretaria.

La principale indagata è l’ex insegnante Anna Lucia Cecere, accusata dell’omicidio di Nada Cella: il processo che inizierà il prossimo 6 febbraio coinvolgerà lo stesso commercialista Soracco e sua madre Marisa Bacchioni, accusati di favoreggiamento e falsa testimonianza.

La svolta è arrivata con la decisione della Corte d’Appello di Genova di accogliere il ricorso della Procura contro il “non luogo a procedere”, formula che indica la decisione di non processare la persona indagata, deciso dal tribunale nei confronti della stessa Cecere.

In sostanza la tesi della Procura è che Cecere, all’epoca 28enne, fosse innamorata del commercialista Sarocco, conosciuto ad una scuola di ballo, e gelosa della sua segretaria, Nada Cella: quel giorno l’avrebbe affrontata nello studio di Chiavari e uccisa.

Le indagini iniziali si concentrarono proprio su Soracco: interrogato più volte, la sua casa fu perquisita ma di fatto contro di lui non vi erano prove o indizi particolari. Fu proprio il commercialista, durante la prima inchiesta, a raccontare di aver trovato per primo Nada Cella in fin di vita nel suo studio la mattina del 6 maggio.

Il nome di Cecere emerse invece per la prima volta nell’autunno di quell’anno, quando una persona raccontò agli inquirenti che la donna era innamorata di Soracco e voleva prendere anche il posto occupato da Cella nello studio: mesi dopo Cecere si trasferì in Piemonte, vicino Cuneo, dove lavorò fino al 2017 quando fu licenziata per non meglio chiariti motivi disciplinari. Di lei non si era più sentito parlare fino al 2021, quando è stata aperta una nuova inchiesta.

Le nuove indagini hanno trovato un decisivo impulso dal lavoro svolto da Antonella Delfino Pesce, genetista dell’Università di Bari che, frequentando a Genova un master in criminologia, aveva iniziato a studiare il caso di Nada Cella preso come esempio di “cold case”, un vecchio delitto irrisolto.

Analizzando i faldoni dell’inchiesta Antonella Delfino Pesce scoprì che la mattina dell’omicidio due testimoni avevano visto una donna somigliante a Cecere uscire dal palazzo di via Marsala a Chiavari, mentre nell’abitazione della donna furono poi trovati cinque bottoni di una giacca di jeans simili a quello ritrovato sulla scena del delitto, custoditi in una scatola: appartenevano ad una giacca appartenuta all’ex fidanzato di Cecere ma, dopo una comparazione fotografica con quello trovato nello studio di Sarocco, anche quella pista è stata abbandonata.

Nel 2021, grazie all’evoluzione delle tecnologie di indagini, sono stati individuati due profili di Dna maschile e femminile su una sedia dell’ufficio e sugli indumenti di Nada Cella, senza però trovare una corrispondenza per quei due profili. Su queste basi il tribunale aveva deciso di non rinviare a giudizio i tre indagati, scelta ribaltata dalla Corte d’Appello.

“Nessuno ci ha condannato, affronteremo il processo e, a oggi, non è cambiato nulla rispetto al proscioglimento”, ha detto mercoledì Giovanni Roffo, avvocato di Anna Lucia Cecere. Da parte sua Soracco ha sempre negato di aver protetto Cecere.

di: Redazione - 21 Novembre 2024

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