In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che questo anno cade di lunedì (25 novembre), sono previste per le giornate di sabato e domenica manifestazioni in tutta Italia. Quella principale, dove si attendono migliaia di persone, si svolgerà a Roma. Come sempre tra le promotrici l’associazione D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza). Il patriarcato non è finito, come sostiene il ministro Valditara, anzi. A confermarcelo la Presidente dell’associazione, la dottoressa Antonella Veltri.
È cambiato qualcosa dall’anno scorso?
L’anno scorso la manifestazione avveniva dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin e ci fu allora una forte reazione, anche dal punto di vista emotivo. L’anno scorso, addirittura, serpeggiava, quasi un interesse comune da parte dei partiti, nell’impegnarsi per prevenire la violenza maschile sulle donne, addirittura ci fu un colloquio telefonico tra la Meloni e la Schlein dove era venuta fuori questa volontà. Tutto questo accadeva un anno fa. Un anno dopo posso registrare solo un’inerzia nel sistema antiviolenza, nessun miglioramento, nessun intervento, persiste dunque una sorta di inerzia che ci porta a riflettere molto sulla volontà istituzionale, governativa di cominciare ad intervenire sul fenomeno. Risalgono ad un anno fa le dichiarazioni della ministra sull’aumento dei fondi ai centri antiviolenza, risalgono ad un anno fa le dichiarazioni del ministro Valditara sugli interventi di prevenzione nelle scuole. Tutto questo accadeva tutto all’epoca del femminicidio di Giulia. E invece un anno dopo, proprio durante la cerimonia per la fondazione intitolata a Giulia, il ministro Valditara ha dichiarato cose vergognose, per due ragioni: la prima è che sono state dichiarazioni manipolatorie, perché attribuisce la violenza sulle donne alla presenza di immigrati, senza uno straccio di dato che possa attestare quanto lui ha detto, ma soprattutto contraddicendo quello che viene espresso dal ministero degli Interni, secondo cui la maggior parte dei femminicidi avviene tra le mura domestiche. E poi la negazione, il negazionismo sull’esistenza del patriarcato: non si può annullare il patriarcato con una legge, perchè facendo così si disconosce la natura e l’origine del fenomeno della violenza sulle donne, si disconosce nella misura in cui il Ministro dice che con la legge che hanno modificato è finito il patriarcato. Queste dichiarazioni ci mettono in enorme difficoltà, rispetto ad un presunto avanzamento rispetto all’anno scorso. Per cui no, non c’è nessun avanzamento.
Come è cambiato l’atteggiamento delle donne nei confronti dei centri antiviolenza; si affidano ancora di più a voi visto che lo Stato non garantisce nulla?
Ieri abbiamo presentato attraverso un comunicato stampa il numero delle donne nei centri antiviolenza: 3mila in dieci mesi, che è un numero che è cresciuto rispetto al 2023. Le donne si sono rivolte con più fiducia ai nostri centri antiviolenza, dove hanno trovato ascolto, accoglienza, accompagnamento, anonimato, riservatezza. Questo ci fa ben sperare perché rompe il muro dell’omertà e del silenzio delle donne.
Cosa vi aspettate da questa manifestazione?
Se ci sarà una presenza ancora più massiccia dovremo dire un grazie alla Meloni e al ministro Valditara. Poi in questo anno lo zoccolo duro del movimento delle donne è ringiovanito, rinvigorito dalle ragazze e dalle giovani di “Non una di meno” e dalle giovani dei centri antiviolenza. Tutto questo lascia ben sperare sulla possibilità di cambiamento. Mi auguro che ci sia una grandissima partecipazione, come fu lo scorso anno, perché c’è proprio bisogno di una partecipazione dal basso, per cambiare anche la cultura e per far sentire ancora di più le nostre voci.
Avete ricevuto sostegno dal segretario del Pd Elly Schlein?
Non mi aspetto di più… Anche se credo che la Schlein debba sentire la voce dei centri antiviolenza. Vorremmo sentirla nostra alleata in questa battaglia di cambiamento culturale. Dovrebbe ascoltarci, incontrarci, chiamarci, perché c’è bisogno di una trasversalità di forze progressiste che sono per il cambiamento di questa società a livello culturale, economico e sociale. Ascoltasse di più i centri antiviolenza. Sono stata io a chiederle un incontro, ed è stato solo una volta, dopo quella volta lì non è più successo. Poi, certo, con alcuni parlamentari del Pd, come la senatrice Valente, abbiamo con un’interlocuzione fitta, capisco anche non sia facile per la Schlein, però ci piacerebbe che fosse di più al nostro fianco, perché i centri antiviolenza hanno bisogno anche di un supporto partitico, anche se ora il Pd è all’opposizione, abbiamo bisogno ora di questo sostegno da parte del segretario del Pd.