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Italia-All Blacks, caos ai tornelli e trasporti assenti: molti tifosi vittime dell’Allianz Stadium di Torino

Fonte LaPresse

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Avviandosi verso uno stadio più due ore prima dell’inizio di una partita e arrivando all’esterno dei varchi verso le 20, per poter assistere ad un match in programma alle 21.10, ci si aspetta di guardare l’evento fin dall’inizio. Per moltissimi tifosi, accorsi sabato scorso all’Allianz Stadium di Torino per vedere Italia – All Blacks di rugby (ultima sfida degli azzurri per gli Autumn Nation Series 2024), non è andata così. Anzi. Tante persone, tra cui bambini, dopo aver passato già due controlli (il primo per il check del biglietto, il secondo con metal detector), sono rimasti bloccati molto tempo fuori l’ultimo tornello. Molte le segnalazioni giunte al giornale e secondo quanto appreso da l’Unità, molti disagi ci sono stati fuori il settore K.

Italia-All Blacks all’Allianz Stadium di Torino

Molti tifosi hanno iniziato a spazientirsi, urlando nei confronti degli inermi steward, chiedendo loro di aprire altri cancelli e favorire il defluire delle file – per motivi di sicurezza – e l’accesso a tutti dentro lo stadio. Così in tanti, dopo aver investito in termini economici nella trasferta torinese, non hanno potuto assistere agli inni nazionali e soprattutto all’esecuzione dell’haka neozelandese. Al caos che ha caratterizzato l’ingresso all’Allianz, si è sommato quello dei mezzi pubblici, sia all’andata che al ritorno. Secondo tanti supporters della nazionale, il servizio dei trasporti per lo Stadium non è stato sufficiente ed efficiente. Soprattutto dopo la fine del match, con moltissime persone e famiglie rimaste letteralmente a piedi, sia per l’assenza di bus che di taxi.

Caos ai tornelli, trasporti e taxi assenti: i disagi per moltissimi tifosi

Tutti questi disagi sono stati compensati dal fatto che l’Allianz Stadium si è dimostrata una struttura all’altezza per ospitare un evento del genere. Lo stadio è nuovo e molto bello, una sorta di ‘unicum’ nel panorama italiano, in termini di impianti sportivi. E cosa più importante, la visibilità della partita è stata eccellente, anche dai settori più alti e lontani dal campo di gioco. Come sempre l’ambiente del rugby è tra i più colorati, divertenti e puliti all’interno dell’universo sportivo. Uomini, donne, giovani e meno giovani, genitori con figli e gruppi di amici, hanno potuto godere dello spettacolo in tutta tranquillità ed entusiasmo. Come sempre di fianco ai tifosi della Nazionale avversaria. Segnale questo di grande civiltà e cultura sportiva.

La giornata a Torino del popolo del rugby

C’erano Luca, Alessandro e sua figlia. Amici da una vita che hanno giocato insieme ai tempi della scuola e che sfruttano i match dell’Italia per incontrarsi e trasmettere questa passione ai loro figli. Uno vive a Napoli, l’altro a Monaco ma ogni occasione è buona per vedersi e godersi un po’ di rugby. C’era Andrea, con moglie, figlio piccolo e un amichetto di quest’ultimo. Il bambino, 8 anni, ha iniziato da poco a giocare con la palla ovale e desiderava guardare dal vivo i propri beniamini e soprattutto i ‘guerrieri’ maori. Così ha potuto assistere all’haka, fino al giorno prima vista soltanto in video su Youtube. C’era Sofia, alla sua prima esperienza live, che ha accompagnato il suo fidanzato, rugbista sfegatato. Non ha potuto fare a meno di ammirare, con il sorriso stampato sulle labbra, tutti quei cappelli, quelle sciarpe e magliette azzurre mescolate, unite, a quelle nere della Nuova Zelanda. “Di Sicuro tornerò allo stadio per un’altra partita, è stata una bellissima esperienza“, ci ha detto. Non avevamo dubbi.

Le foto del match

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