La fine del processo Consip – con l’assoluzione di tutti gli imputati, la condanna di un paio di inquirenti, e la proclamazione della verità, e cioè del fatto che l’inchiesta contro Alfredo Romeo fu una congiura – ci pone vari problemi. Ad alcuni di questi problemi ho accennato in un precedente articolo (pubblicato sabato). Torno a segnalarne due: la domanda su chi sia stato il mandante di tutta l’operazione, e l’altra domanda, su quali e quanti siano stati i danni (giganteschi) prodotti da questo inguacchio.
Poi però c’è un problema che meriterebbe, forse, un approfondimento. Visto che sono stati condannati due carabinieri per avere svolto male le indagini (danneggiando gli imputati, e in particolare Romeo), e dato che raramente i carabinieri agiscono per proprio conto, e sicuramente non agiscono per proprio conto quando indagano in veste di polizia giudiziaria, possiamo chiederci chi ha guidato i due carabinieri, e in particolare il capitano Scafarto? Diamo per scontato anche che io mi intenda poco di queste cose di legge; diamo per scontato che sono amico di Romeo, il quale oltretutto è l’editore di questo giornale; diamo anche per scontato che io possa avercela un po’ con una persona – un magistrato – che già mi ha querelato due volte…
Beh, nonostante tutte queste avvertenze mi pare che in ogni caso un sospetto è legittimo: che qualche responsabilità le abbia anche il Pm Henry John Woodcock, che è l’uomo che avviò l’inchiesta. Nella sentenza c’è scritto chiaro chiaro che i carabinieri agirono d’intesa con alcuni giornalisti e, presumibilmente con alcuni giornali. I carabinieri erano diretti dal dottor Woodcock. Il giornale che in particolare, grazie alle informazioni che passava Scafarto, iniziò la campagna di demolizione di Romeo fu Il Fatto Quotidiano. Il Fatto Quotidiano è il giornale dove con una certa frequenza scrive il Pm Henry John Woodcock… A voi viene qualche dubbio o no? E magari qualche dubbio potrebbe venire anche a qualche membro del Csm?
Cioè, questo voglio capire: di fronte all’evidenza che c’è stata una persecuzione (che ha avvantaggiato alcuni imprenditori a svantaggio di altri, per miliardi di euro), e che tra i responsabili di questa persecuzione c’è lo Stato, lo Stato non come ente astratto ma rappresentato da alcune persone, la magistratura che fa? Si chiude a riccio per difendere sé stessa, o indaga? Ne va della sua credibilità, mi pare. Deve o no, la magistratura, qualche risposta a un imprenditore che è stato massacrato sul piano economico e ingiustamente imprigionato per mesi?
Non è che io solleciti il Csm, o altri pezzi di magistratura a indagare. Per carità. Io mi limito a osservare che quando c’è il sospetto di qualche comportamento scorretto da parte di esponenti della politica, fioccano gli avvisi di garanzia, e anche gli arresti. Quando il sospetto riguarda qualche membro della magistratura, fioccano i silenzi e gli occhi chiusi. Tutto qui.