Il dirigente comunista
Chi era Antonello Trombadori, le poesie e la militanza del partigiano in un libro: “Resisto sempre …”
Venerdì la presentazione del libro Antonello Trombadori - Una vita partigiana di Mirko Bettozzi,che racconta la vita del dirigente comunista
Politica - di Redazione Web
Antonello Trombadori, arrestato dalle SS il 2 Febbraio 1944 e rinchiuso nelle carceri tedesche di Via Tasso, raccontò il 10 giugno 1944 su l’Unità il martirio del suo compagno Giorgio Labò, partigiano torturato e fucilato dai nazisti, eroe medaglia d’oro della Resistenza.
“[…] Quando dallo spioncino della mia cella l’ho visto per la prima volta mentre si recava alla ritirata, era già legato mani e piedi e recava sul volto i segni di violente percosse. Ma camminava a testa alta a passi stretti, inceppato come era. Una volta aprirono la mia cella mentre egli era ancora fuori. Gli accennai con le mani ma non mi vide, gli avevano spaccato gli occhiali. Finalmente un giorno riuscii ad avvicinarmi fino a lui: davanti alla sua cella stava una ritirata. Con voce strozzata per non farmi udire dalla guardia lo chiamai.
“Giorgio”.
“Chi sei?”, disse.
“Giacomo”.
Allora sentii dietro la porta il suo sorriso: “Anche tu”. Era il sorriso di chi ritrova un amico dentro la tempesta. Ma subito vide in me il compagno e disse: “Di te non sanno nulla, non domandano. Stai tranquillo…Io non parlo”.
“Ma che vogliono sapere da te?”.
“Chi faceva le bombe. Ma io non ne so nulla. Gianfranco Mattei si è ucciso. Il ‘bassetto’ però mi accusa […]”.
“Forza”, gli dissi. E quella parola detta a lui mortificò me stesso. Un’altra volta riuscii ad avventurarmi fino alla sua porta. Sollevai lo spioncino. Era dopo un ennesimo interrogatorio, una ennesima tortura. Sempre legato mani e piedi. Si alzò e venne vicino con i suoi occhi pesti. Disse: “Resisto sempre…”