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Gino Cecchettin, la sfogo dopo la difesa di Turetta in tribunale: “Memoria di Giulia umiliata, travalicato il limite”

Gino Cecchettin, la sfogo dopo la difesa di Turetta in tribunale: “Memoria di Giulia umiliata, travalicato il limite”

La compostezza tenuta in oltre un anno di esposizione mediatica si è infranta contro i toni e i contenuti dell’arringa tenuta martedì in corte d’Assise a Venezia dall’avvocato Giovanni Caruso, legale di Filippo Turetta. Gino Cecchettin, il padre di Giulia, la figlia uccisa dal 22enne padovano reo confesso, che rischia l’ergastolo per l’omicidio dell’ex fidanzata, alla fine ha sbottato.

Cecchettin, che in questi giorni in cui si è celebrata la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stato protagonista di diverse iniziative pubbliche con la Fondazione dedicata alla memoria di Giulia, ha usato i social per rispondere all’arringa difensiva di Caruso.

Uno sfogo in cui l’uomo, ricordando come “la difesa di un imputato è un diritto inviolabile” e che è “importante mantenersi entro un limite che è dettato dal buon senso e dal rispetto umano”, aggiunge anche che “travalicare questo limite rischia di aumentare il dolore dei familiari della vittima e di suscitare indignazione in chi assiste”.

L’arringa dell’avvocato di Turetta

Ma cosa ha detto l’avvocato Giovanni Caruso? Il legale ha tenuto a sottolineare a togati e giuria popolare che alla sbarra per l’omicidio di Giulia Cecchettin, seppur “efferato, violento, gravissimo”, c’è un ragazzo di 22 ani che “non è el Chapo, non è Pablo Escobar”, dunque “bisogna essere cauti nell’applicare la pena dell’ergastolo”.

Nella sua arringa poi il legale di Turetta ha rimarcato che “Giulia andava da uno psicologo, ma non ci risulta che fosse per la relazione con Filippo” e che se “nessuno dubita che Filippo fosse ossessionato da Giulia”, d’altra parte “i tanti messaggi da “relazione tossica” non possono essere relativi alla loro relazione prima dell’ottobre 2023”.

La rabbia di Gino Cecchettin

Per la prima volta dunque Gino Cecchettin alza i toni dopo le parole pronunciate nell’arringa dal legale di Turetta: “Ieri mi sono nuovamente sentito offeso e la memoria di Giulia umiliata”.

Per il padre di Giulia l’arringa di Caruso ha quindi “travalicato” quel “limite che, pur non essendo formalmente codificato, è dettato dal buon senso e dal rispetto umano”.