Il ricordo del fondatore

Grillo contro Conte, il piano del “garante cancellato”: la battaglia per l’astensione e il sequestro del simbolo

Di fronte agli strali del comico, l’avvocato del popolo ha ceduto: le nuove consultazioni on line fino a domenica. Il piano di Beppe

Politica - di Francesco Lo Dico

27 Novembre 2024 alle 13:30

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Foto Roberto Monaldo / LaPresse
Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Conte, avvocato del popolo munifico e magnanimo, glielo ha graziosamente concesso. Come fermamente richiesto da Beppe Grillo, il Movimento 5 Stelle ripeterà il voto on line che ha detronizzato il fondatore nei giorni da giovedì a domenica. Non fosse altro che per ribadire il tripudio di abbassare per la seconda volta l’Elevato al rango di rabbioso camallo genovese senza più arte né parte.

Giuseppi aveva anticipato la decisione di rivotare con un malmostoso messaggio sui social. “Beppe Grillo – aveva scritto l’azzeccagarbugli improvvisamente allergico ai garbugli – ha appena avviato un estremo tentativo di sabotaggio, ha chiesto di rivotare, invocando una clausola feudale che si trascinava dal vecchio statuto. Potremmo contestare questa vecchia clausola e vincere con le nostre buone ragioni un contenzioso legale”, ma “il ruolo dell’azzeccagarbugli lo lascio a Grillo. Noi preferiamo ancora e sempre la democrazia, la partecipazione, la vostra libertà di scelta. Per questo, dateci qualche giorno, e torneremo a votare sulla rete i quesiti sullo Statuto impugnati da Grillo”.

A che cosa mira il comico? Naturalmente a tutto tranne che a un nuovo tonfo. Chi gli sta vicino spiega che Beppe confida innanzitutto di poter sequestrare il simbolo del Movimento, depositato dal suo commercialista Enrico Maria Nadasi e sottrarlo per sempre dalla disponibilità dell’usurpatore in pochette. Ma il grosso della strategia è piuttosto intuibile. Il fu Garante, un tempo elogiatore indefesso della democrazia dal basso, starebbe conducendo una battaglia al contrario, invitando tutti ad astenersi. La speranza è che quel quasi 30 per cento di iscritti che avevano deciso di fargli la pelle alla prima votazione, non si ripresentino stavolta sul luogo del delitto, ed evitare così che possa scattare il quorum e il requiem definitivo per il padre del Vaffa. Al Fatto quotidiano il commercialista Nadasi spiega nelle veci di Beppe che neppure la seconda votazione chiuderà la questione per sempre. “È opportuno – dice Nadasi – che Conte adesso si faccia il suo simbolo, “Oz con i 22 mandati”, e lasci perdere quel simbolo lì. Il Movimento che abbiamo fondato non può essere stravolto. Se continua col simbolo del Movimento, si valuterà il da farsi”.

Già, il da farsi. Tutt’altro che prevedibile dire come finirà questa soap. Sarà difficile riportare al voto i 90mila iscritti e raggiungere il quorum relativo alle questioni statuarie che più da vicino riguardano il ruolo di Beppe. E se il quorum non dovesse essere raggiunto, stavolta potrebbe essere l’avvocato del popolo a chiedere il Var. Annunciando urbi et orbi che il secondo voto della democrazia dal basso non vale, vale il primo voto. Un lungo addio, un addio alla moviola, a un’epoca per fortuna irripetibile di palingenesi democratica annunciata tra paroloni avveniristici e crudi improperi. Bye bye Movimento. Rip.

27 Novembre 2024

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