Le dichiarazioni del ministro
Delmastro come Churchill, la difesa di Nordio supera i limiti della fantasia: eppure difendeva la dignità di Riina e Provenzano
In quelle auto dove Delmastro immaginava detenuti senza respiro ci sono quasi sempre persone che ancora devono essere giudicate e che dunque sono innocenti. Essere detenuti ed essere colpevole non è automatico. Almeno questo Nordio dovrebbe saperlo, o no?
Editoriali - di Piero Sansonetti
Il ministro della Giustizia Nordio è andato in Parlamento per rispondere a una interrogazione di Roberto Giachetti – deputato di Italia Viva – che gli chiedeva se ritenesse che il sottosegretario Delmastro possa restare al suo posto dopo avere dichiarato che lui gode a vedere i prigionieri soffocare.
Adesso scrivo cosa ha detto Nordio, e vi prego di credermi (anche se capisco che è molto difficile credermi) ma lui ha detto proprio così. Ha sostenuto che Delmastro può restare al suo posto perché in fondo ha detto solo cose ragionevoli. Ha sostenuto che “quando si parla di un nemico mortale come i mafiosi queste espressioni dure sono giustificate”. Ha sostenuto che “lo stato non lascia respiro alla criminalità organizzata”. Ha sostenuto che “nelle democrazie più avanzate sono sempre state adottate formule estremamente crudeli”. Poi ha superato tutti i limiti della fantasia e ha sostenuto che anche Churchill, durante la guerra mondiale, parlando dei nazisti disse: “non daremo tregua ai nemici, toglieremo loro anche il fiato”. E che Pertini intimò ai nazisti di “arrendersi o perire”.
Chi ha ascoltato il discorso di Nordio sostiene di avere notato che era perfettamente in sé. E che quando ha paragonato Delmastro a Churchill e a Pertini stava dicendo una cosa della quale, apparentemente, era perfettamente convinto. Giachetti gli ha risposto ricordandogli che qualche anno fa, quando Riina e Provenzano erano in fin di vita, lui dichiarò che era dovere dello Stato difendere la dignità di Riina e Provenzano. Sì, certo, è passato un po’ di tempo, magari Nordio nel frattempo è diventato più maturo, ma non è che quando parlava di Riina e Provenzano fosse proprio un ragazzino. Giachetti ha sostenuto che evidentemente Nordio doveva scegliere: prendersi il ministero o difendere la sua storia. Ha scelto il ministero. Cioè Giachetti ha ipotizzato una scelta solo opportunista.
Può darsi. Io penso che ci sia qualcosa di più. Tra l’altro, a parte la follia del godere della prigionia di persone condannate, bisognerà anche dire che in quelle auto dove Delmastro immaginava detenuti senza respiro – e si inebriava di questa immagine – ci sono quasi sempre persone che ancora devono essere giudicate e che dunque, a rigor di logica, sono innocenti. Essere detenuti ed essere colpevole non è automatico. Almeno questo Nordio dovrebbe saperlo, o no?
P.S. Ieri a Cagliari c’è stato l’ottantunesimo suicidio. Qualcuno ne godrà?