La denuncia di Msf
La “Guardia costiera” libica spara ai migranti e poi riporta indietro donne e bambini: “Picchiati e separati”
Cronaca - di Carmine Di Niro
Con i soldi e le attrezzature italiane, a partire dalle navi, la cosiddetta “Guardia costiera” libica si rende ancora una volta protagonista di metodi criminali.
A denunciarli Medici senza frontiere, che con la sua nave di ricerca e soccorso Geo Barents nella giornata di giovedì è stata testimone di una nuova tragedia nel Mediterraneo.
Mentre stava raggiungendo un gommone in difficoltà per soccorrere le persone a bordo, ha trovato sulla scena un’imbarcazione veloce della Guardia costiera libica, con persone armate a bordo, nelle immediate vicinanze.
Gli 83 uomini e minori non accompagnati tratti in salvo da Msf hanno raccontato agli operatori della Ong che 29 tra donne e bambini erano stati in precedenza intercettati dopo essere stati minacciati con le armi. In particolare le milizie armate di Tripoli hanno minacciato le persone sul gommone e hanno sparato in aria, facendo cadere in acqua oltre 70 persone in mare.
🔴🔴#Mediterraneo
Oggi abbiamo assistito ad una nuova tragedia. Durante un soccorso in mare, 29 donne e bambini sono stati separati dalle loro famiglie da uomini armati a bordo di un’imbarcazione identificatasi come guardia costiera libica, che li ha riportati in #Libia.⤵️ pic.twitter.com/JT0FiShBuk— MediciSenzaFrontiere (@MSF_ITALIA) November 28, 2024
Gli operatori a bordo della Geo Barents sono riusciti a trarre in salvo tutte le persone che erano in mare, mentre l’altra imbarcazione veloce della Guardia costiera libica si è allontanata con 29 donne e bambini a bordo.
“Hanno sparato in aria. Ci hanno picchiato con la parte posteriore del fucile. Poi hanno preso le donne e i bambini. Anche mia moglie e i miei figli”, è la testimonianza di un uomo a bordo della Geo Barents.
“Questo comportamento aggressivo e irresponsabile da parte di un’imbarcazione con uomini armati a bordo – spiega in una nota la Ong – è inaccettabile e mette in pericolo la vita di molte persone e separa interi nuclei familiari. Gli 83 uomini e ragazzi salvati sono ora a bordo della Geo Barents in stato di disperazione, poiché i loro familiari (donne e bambini) sono stati respinti con forza in Libia”.
Dopo aver effettuato questo salvataggio, la Geo Barents si sta dirigendo verso il porto di Crotone, assegnato dalle autorità italiane che in un primo momento aveva deciso in realtà di spedire la nave a Brindisi, con l’arrivo previsto nel pomeriggio di domani.