L'evento

‘Napoli ti odio’, il nuovo libro di Januaria Piromallo: il 5 dicembre presentazione a La Feltrinelli

È stato pubblicato da Guida Editore il nuovo lavoro dedicato della blogger e giornalista alla sua città: appuntamento il prossimo giovedì, alle 17.30, in piazza dei Martiri

Cultura - di Redazione Web

2 Dicembre 2024 alle 13:02

Condividi l'articolo

‘Napoli ti odio’, il nuovo libro di Januaria Piromallo: il 5 dicembre presentazione a La Feltrinelli

È uscito nelle librerie e nei book shop online il libro della giornalista e blogger Januaria Piromallo, ‘Napoli ti odio‘. Il volume, edito da Guida Editore, è stato dedicato dalla scrittrice alla sua città. Questa la biografia di Piromallo scritta sul sito web de La Feltrinelli: “Giornalista de Il Fatto Quotidiano.it e scrittrice. Da vent’anni collabora con molte testate, ha firmato inchieste e reportage dal mondo, ha firmato articoli di denuncia sociale e reportage di guerra. È attivista per ‘One Planet One Future’. Ha insegnato al Master di Giornalismo dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Tra i suoi romanzi ricordiamo Bella e d’Annata. Corso di sopravvivenza socialmente scorretto (Cairo), Come pesci nella Rete. Trappole, tentacoli e tentazioni del web (Armando Editore), Te la do io la Svizzera… Heidi non abita più qui (Guida Editore), I mariti inutili. Corso femminile di sopravvivenza alla vita di coppia (Cairo Publishing). Il sacrificio di Éva Izsák (Chiarelettere) ha vinto il Premio Speciale Elsa Morante ed è diventato una rappresentazione teatrale al Mercadante di Napoli“.

‘Napoli ti odio’ di Januaria Piromallo

E proprio presso la sede napoletana della libreria, giovedì 5 dicembre alle 17.30 in piazza dei Martiri, sarà presentato il libro. Oltre all’autrice, ci saranno: Isabella Bossi Fedrigotti (nel ruolo di relatrice), Cristina Donadio, Laura Valente e Patrizio Rispo. ‘Napoli ti odio‘ è così descritto e raccontato dalla stessa Piromallo: “C’è una parola che, a proposito di Napoli, bisognerebbe abolire: Rinascimento. Nella mia volta l’ho ascoltata già tre volte, in tre stagioni diverse, puntualmente evaporate nel nulla del “tutto cambia affinché nulla cambi”. La Storia di Napoli si estende per tre millenni. Parte dalla Magna Grecia. Dall’agorà, luogo d’incontro e di confronto, al magna-magna politico/istituzionale di oggi. Con Napo(Ho)llywood si è montata la testa. Ma la vita a Napoli corre più veloce del cinema. Quando vengo a Napoli e, ultimamente ci sono venuta molto spesso, cambio lavoro e faccio la sentinella urbana: denuncio abusi, scandali, illegalità tollerate e malvivenza istituzionale. Sono stata insultata e minacciata. Come l’occhio del grande fratello che sbuca da dietro il Vesuvio sorvolo la piazza, fuori misura, cimiteriale, arrivo alla stanza del sindaco. E la trovo vuota… Odiare Napoli: perché in fondo la si ama con le sue incongruenze, con il suo avvolgente spettacolo naturale… La odiamo con il suo resistere ad ogni forma di vera attinenza alle regole“.

La recensione del libro edito da Guida

Ha continuato Piromallo: “Mi sono finta puttana. Sono andata per strada, ho battuto marciapiedi ho ascoltato nei vicoli storie tragiche/grottesche. Mi sono calata…nel ventre molle della città. Luci e ombre. Ho ascoltato il tragico e il grottesco uscire dai bassi dove ci dormivano in otto. Nessuno controllo da parte di chi dovrebbe controllare. E ho scritto. Ho incontrato tante maschere, un teatrino di Pulcinella, pronti a fregarti, ma rimangono sempre servi. Vabbè, ancora non era arrivato il Pulcinella fallico di Gaetano Pesce. Tutto il mondo ci ha riso dietro mentre Le Figaro titolava: Un grand penis en place. La Venere degli Stracci di Pistolotto, pardon, Pistoletto, si incendiava come il rogo delle streghe. Ma non ci avevano detto che era di materiale ignifugo? Parte il crowdfunding per la ricostruzione ( ma chi la rivoleva!). Io non ci sto, scrivo e denuncio. Tre ore dopo marcia indietro della Fondazione Pistoletto: sarà un regalo del maestro alla città. Quando vengo a Napoli e, ultimamente ci sono venuta molto spesso, cambio lavoro e faccio la sentinella urbana: denuncio guasti, abusi, soprusi, scandali, illegalità tollerate e malvivenza istituzionale.

Parola all’autrice

Sono stata insultata e minacciata. Il più gentile: ‘a signora ‘du cazz, te ‘iet a cap a ‘basc…. Ho messo insieme indignazione, mia e degli altri, ho fatto segnalazioni, ho promosso petizioni contro qualsiasi manifestazione di violenza e di prepotenza. Ho quattro occhi: due da napoletana di andata, due di ritorno. Due cambi di prospettiva e lo faccio da napolide: con l’affetto della vicinanza affettiva e il distacco della lontananza. La napolitudine diventa uno stato d’animo, un sentimento di nostalgia che mi fa vedere Napoli attraverso il cannocchiale rovesciato. Mi manca quando sono lontana, me ne vorrei scappare quando ci sono dentro. Come l’occhio del grande fratello che sbuca da dietro il Vesuvio, sorvola la piazza troppo vasta, fuori misura, cimiteriale, arriva alla stanza del sindaco. Vuota. Passa sopra Piazza Santa Maria degli Angeli, hanno scavato un buco di 40 metri. Ci hanno messo 18 anni per chiuderlo, e i residenti ingoiavano rabbia e polvere. Il “tappo” sembra una navicella ufoide. I marziani sono quelli che l’hanno progettata. In testa l’ex Presidente della Facoltà d’architettura Uberto Siola, doveva essere il suo monumento auto/celebrativo.

La presentazione a La Feltrinelli

Benvenuti alla supercazzola della Linea 6, metropolitana part time, chiude alle 3 del pomeriggio,passa ogni 15, 20 minuti. Eppure é stata appena insignita di un premio tra le 6 metrò più belle al mondo. Ma i giudicanti mica sanno che i vagoni supertecnologici che avevano ordinato 15 anni prima non entrano nei binari. E hanno dovuto ordinarne di nuovi. Arriveranno tra un paio d’anni. Nel frattempo si utilizza il vecchio trenino ciuciuciuo. Sorvoliamo, con l’occhio del Grande Fratello sopra il lungomare, un unico dehors di plastica “fuorilegge”, fuori estetica da far rimpiangere quando ci passavano le auto. Napoli schizzofenica, Napoli sospesa – ha concluso PiromalloI quartieri spagnoli sono invece un’immonda tavolata, un rutto in faccia alla città. C’è una parola che, a proposito di Napoli, bisognerebbe abolire: Rinascimento. Nella mia volta l’ho ascoltata troppe volte puntualmente evaporate nel nulla del “tutto cambia affinché nulla cambi”. Occorre aggiungere altro? Sì, mio figlio Kamalei von Meister, ha disegnato le illustrazioni. Il suo Pulcinella piange lacrime di sangue. Le mie me le tengo dentro“.

2 Dicembre 2024

Condividi l'articolo