Le trattative
Gaza, accordo Hamas-Fatah per governare la Striscia dopo la guerra: ma sul “comitato” pende l’incognita Israele
Mentre il presente della Striscia di Gaza è ancora segnato dalle stragi israeliane, con 42mila morti dall’inizio delle operazioni militari dell’IDF nel territorio palestinese a seguito dell’attacco terroristico compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023, tra i due principali gruppi politici palestinesi si discute del futuro.
Hamas, che dal 2007 controlla la Striscia a seguito di una breve guerra civile contro Fatah, partito del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas che invece governa la Cisgiordania, ha concordato di formare un comitato responsabile dell’amministrazione della Striscia di Gaza dopo la guerra.
A scriverne oggi è l’Afp, avendo appreso la notizia dai negoziatori di entrambe le parti. I due movimenti hanno approvato un progetto di accordo che dovrà essere convalidato da un decreto presidenziale di Abu Mazen: la svolta nei rapporti, ancora critici tra le due fazioni, sono arrivati dopo i colloqui al Cairo sotto l’egida delle autorità egiziane.
Ieri il Cairo aveva confermato la presenza di delegazioni di Fatah e Hamas nella capitale egiziana per colloqui con l’obiettivo di “arrivare rapidamente a un’intesa” riguardo “la gestione delle attività quotidiane nella Striscia di Gaza sotto controllo totale dell’Autorità palestinese”.
Secondo il testo del progetto visionato dall’Afp il comitato, composto da dieci a quindici personalità non affiliate all’uno o all’altro movimento, avrebbe autorità su tutte le questioni relative agli aiuti umanitari, all’istruzione, alla sanità, all’economia e alla ricostruzione.
Sull’accordo tra Hamas e Fatah c’è però una spada di Damocle: da Tel Aviv il governo di estrema destra di Benjamin Netanyahu ha più volte annunciato il suo secco “no” a qualsiasi ruolo futuro per Hamas nella Striscia di Gaza. L’obiettivo delle operazioni militari dell’IDF nel territorio palestinese, almeno ufficialmente, è infatti quello di “sradicare” e “annientare” il gruppo radicale palestinese.
Il progetto di cogestione della Striscia su cui stanno lavorando Hamas e Fatah si scontra tra l’altro con le prove, sempre più evidenti, della volontà israeliana di restare a lungo nell’enclave palestinese.
Lo stato ebraico sta infatti ampliando sua presenza nella zona centrale di Gaza, fortificando basi militari e demolendo edifici palestinesi. Il New York Times, dopo aver analizzato immagini satellitari risalenti agli ulti mesi, ha avanzato l’ipotesi che Israele voglia esercitare un controllo a lungo termine sulla Striscia.
Con l’abbattimento degli edifici e la costruzione di nuove basi intorno al corridoio di Netzarim, che divide in due l’enclave, quest’ultimo è passato da essere una zona da 6 a 46 chilometri quadrati di fatto controllata dai militari israeliani.