Scontri a Seoul

Caos in Corea del Sud, revocata la legge marziale dopo il voto contrario del parlamento: scontri e proteste

Il ritiro dell'esercito dopo l'unione di maggioranza e opposizione contro l'atto di forza del presidente Yoon Suk-yeol

Esteri - di Redazione

3 Dicembre 2024 alle 16:04

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Caos in Corea del Sud, revocata la legge marziale dopo il voto contrario del parlamento: scontri e proteste

AGGIORNAMENTO DELLA REDAZIONE

Giornata di caos a Seul, con il presidente Yoon Suk-yeol che prima ha dichiarato la legge marziale per poi fare marcia indietro poche ore dopo di fronte alle proteste di piazza e all’opposizione unanime del Parlamento. Oltre che, probabilmente, alle pressioni dell’alleato americano. La Corea del Sud era ripiombata nell’atmosfera sinistra dei militari per le strade quando Yoon, in un sorprendente e inatteso discorso serale alla nazione, aveva proclamato la legge d’emergenza accusando proprio il Parlamento, controllato dalle opposizioni, di simpatizzare con il Nord comunista e di paralizzare volutamente l’azione del governo. “Sradicherò le forze filo-nordcoreane e proteggerò l’ordine democratico costituzionale”, aveva annunciato il presidente invitando i cittadini a sopportare “alcuni inconvenienti” per il bene della stabilità nazionale: “Attraverso questa legge marziale, ricostruirò e proteggerò la libera Repubblica di Corea”.

Uno shock per un Paese riemerso a fatica dagli anni bui e sanguinosi della dittatura militare con la celebrazione nel 1988 dei Giochi Olimpici estivi di Seul, ma che poi è riuscito a imporre il soft power del suo dinamico modello democratico al mondo con l’irresistibile K-pop (in vetta a Billboard), i film da premi Oscar (‘Parasite’, prima pellicola straniera a vincere nel concorso generale) e da ultimo il Nobel 2024 per la Letteratura assegnato alla scrittrice Han Kang. La reazione infatti non si è fatta attendere: migliaia di persone hanno subito manifestato intorno all’Assemblea nazionale, resistendo con scontri all’ingresso delle truppe. Il Parlamento di Seul ha respinto all’unanimità la legge marziale con una risoluzione che ne chiedeva “l’immediata abolizione”, approvata dai 190 deputati presenti sui 300 totali. Un voto che ha spinto le truppe a lasciare l’edificio e lanciato la sfida al capo dell’esercito Park An-su, che appena nominato comandante della legge marziale ha emanato un decreto per bandire le attività parlamentari e dei partiti politici, abolire le manifestazioni e mettere sotto controllo i media.

“Coloro che violano la legge marziale possono essere arrestati o perquisiti senza mandato”, si intimava nel decreto. A dispetto di mesi di scontri, da ultimo quello aspro sul budget per il 2025, maggioranza e opposizione si sono trovate unite nel condannare la svolta autoritaria. Il leader del People Power Party Han Dong-hoon, lo stesso del presidente Yoon e al potere, ha descritto la mossa come “sbagliata” e giurato di opporsi insieme al popolo sudcoreano. Il capo dell’opposizione Lee Jae-myung, che ha perso di misura contro Yoon alle elezioni del 2022, ha etichettato la proclamazione della legge marziale come “illegale e incostituzionale”, dicendosi sicuro che “Yoon Suk-yeol non sarà più il presidente della Corea del Sud”. La scorsa settimana i parlamentari dell’opposizione hanno approvato un piano di bilancio molto ridimensionato rispetto ai desiderata presidenziali.

“La nostra Assemblea nazionale è diventata un rifugio per criminali, una tana di dittatura legislativa che cerca di paralizzare i sistemi giudiziari e amministrativi e di sovvertire il nostro ordine democratico liberale”, aveva accusato Yoon, indossando una cravatta rossa in stile Donald Trump. Nella notte la svolta, con l’annuncio di Yoon della revoca della legge marziale “dopo il voto contrario del Parlamento”, il ritiro dei militari dalle strade e la festa in piazza dei manifestanti. Resta da capire quale sarà il destino di Yoon: impensabile, dopo la giornata di oggi, che resti a fare il presidente come nulla fosse. Tanto più che a livello globale aveva aperto scenari pericolosissimi. La Corea del Nord di Kim Jong-un, che ha stretto un asse con la Russia di Vladimir Putin oltre ad essere una storica alleata di Pechino, è un fattore di forte instabilità nell’area e avrebbe potuto approfittare del caos aprendo un terzo fronte di guerra, stavolta in Asia. Il presidente americano Joe Biden, informato degli eventi durante la sua visita in Angola, si era detto “seriamente preoccupato”, per una volta in sintonia persino con il Cremlino, che aveva parlato di “situazione allarmante”.

Legge marziale in Corea del Sud, l’atto di forza del presidente Yoon Suk Yeol: scontro col Parlamento (chiuso dalla polizia)

Con una mossa senza precedenti, il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha dichiarato di avere attivato la legge marziale, misura che assegna poteri straordinari all’esercito anche in ambito civile. Yoon lo ha annunciato a sorpresa durante un messaggio in tv in cui il presidente, espressione del Partito del Potere Popolare conservatore al potere dal 2022, ha accusato l’opposizione di “simpatizzare” per il nemico, ovvero il regime nordcoreano di Kim Jong-un.

La legge marziale in Corea del Sud

Scelta fatta per “proteggere l’ordine costituzionale democratico” del Paese e “sradicare le forze filo-nordcoreane”. Nel suo discorso televisivo Yoon ha accusato l’opposizione del Partito Democratico, di centro liberale e che ha ottenuto la maggioranza in Parlamento nelle elezioni dello scorso aprile (con 170 seggi su 300 contro i 108 del Partito del Potere Popolare), di “paralizzare i tribunali del Paese minacciando i giudici e mettendo sotto accusa i procuratori, e tentando di rimuovere il Ministro degli Interni, il massimo regolatore dell’emittenza radiotelevisiva, il capo del Consiglio di revisione contabile e di ispezione e il Ministro della Difesa”, oltre che di voler tagliare 4 trilioni di won dal bilancio statale (circa 2,8 miliardi di dollari), arrivando a definire il Parlamento “un focolaio di criminali”.

L’indice di gradimento di Yoon Suk Yeol è ormai molto basso. Viene considerato un presidente piuttosto inconcludente e negli ultimi mesi è stato coinvolto in diversi scandali: i principali hanno riguardato sua moglie, che è accusata di corruzione e traffico di influenze. Nelle ultime settimane l’opposizione ha provato ad aprire un’indagine speciale nei suoi confronti e pochi giorni fa ha proposto di aprire delle procedure di impeachment contro diversi membri del governo, accusandoli di non aver indagato la moglie di Yoon nonostante fossero a conoscenza della situazione.

Yoon Suk Yeol è da tempo in crisi nei sondaggi, il suo indice di gradimento è particolarmente basso anche a causa degli scandali in cui è coinvolto: quello principale riguarda la moglie del presidente, accusata di corruzione e traffico di influenze. L’opposizione nelle scorse settimane ha provato ad aprire un’indagine speciale nei suoi confronti e pochi giorni fa ha proposto di aprire delle procedure di impeachment contro diversi membri del governo, accusandoli di non aver indagato la moglie di Yoon nonostante fossero a conoscenza della situazione

È la prima volta che in Corea del Sud viene dichiarata la legge marziale da quando il Paese è tornato ad avere un governo democratico, cioè dalla fine degli anni Ottanta.

Le proteste

Le conseguenze sono state immediate, ma ancora difficile da prevedere nel medio periodo. Da una parte il Partito Democratico ha convocato una riunione d’emergenza, dall’altra il Ministro della Difesa ha tenuto una riunione con i vertici delle forze armate, poste in stato di massima allerta. Diversi video comparsi sui social network mostrano poliziotti sbarrare l’ingresso dell’Assemblea nazionale, il Parlamento monocamerale del Paese, mentre elicotteri dell’esercito sono atterrati sul tetto del Parlamento. All’esterno della sede dell’Assemblea sono scoppiati scontri tra polizia e manifestanti, con l’opposizione ha invitato tutti i cittadini a manifestare davanti all’Assemblea nazionale.

L’esercito ha infatti annunciato la sospensione di tutte le attività del Parlamento, come riferisce l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, secondo cui il capo di Stato maggiore dell’esercito ha riferito, nella proclamazione della legge marziale, che “tutte le attività politiche, comprese le attività dell’Assemblea nazionale, delle assemblee locali, dei partiti politici, delle associazioni politiche, dei comizi e delle manifestazioni, sono proibite”. Al momento la mossa presidenziale sembra aver unito i partiti del Paese: anche Han Dong-hoon, il leader del partito di Yoon, il Partito del Potere Popolare, si è opposto alla scelta di proclamare la legge marziale definendo la decisione “sbagliata” e promettendo di “fermarla insieme al popolo”. Anche il leader dell’opposizione Lee Jae-myung, che perse di poco contro Yoon nelle elezioni del 2022, ha definito l’annuncio del presidente “illegale e incostituzionale“.

Il Parlamento prova a resistere

Di fronte al colpo di mano del presidente Yoon, i parlamentari sudcoreani che erano ancora all’interno dell’Assemblea nazionale hanno votato la mozione per sospendere l’applicazione della legge marziale. Come ricostruito da Bbc e Reuters, all’interno dell’aula erano presenti 190 dei 300 parlamentari: tutti, di maggioranza e di opposizione, hanno votato all’unanimità per sospendere la legge militare.

Cosa prevede la legge marziale

L’introduzione della legge marziale limita in maniera notevole le libertà democratiche del Paese. Con il decreto vengono assegnati poteri straordinari all’esercito anche in ambito civile, viene proibita qualsiasi attività politica (compresa quella Parlamentare, subito chiuso dai militari).


Ma la legge marziale prevede anche il divieto di qualsiasi forma di sciopero, il controllo del governo sui media: chi non rispetta il decreto può essere arrestato senza mandato.

di: Redazione - 3 Dicembre 2024

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