L'inchiesta
Armato di fumogeni, accusato di terrorismo: l’incredibile storia del vigile del fuoco Luigi Spera
Il vigile del fuoco in carcere da un anno e mezzo per un’azione dimostrativa contro la sede di Leonardo a Palermo
Cronaca - di Frank Cimini
In questa democratura si può finire in carcere con l’accusa di terrorismo per aver lanciato un fumogeno contro la sede del Leonardo a Palermo, rimanerci da marzo a dicembre ed essere liberati solo perché in Cassazione ci sono dei giudici che rispettano il minimo dello Stato di diritto, spiegando che il reato non stava in piedi e costringendo i giudici ad aprire le porte della prigione.
Questa è la storia del vigile del fuoco Luigi Spera. Il 26 novembre di due anni fa un gruppo di attivisti avevano lanciato dei fumogeni e una presunta molotov a sostegno dell’interruzione della fornitura di armi alla Turchia che in quel periodo – come spesso accade – bombardava gli accampamenti dei curdi. A giugno del 2023 c’erano state alcune perquisizioni. A carico del solo Luigi Spera l’accusa era di finalità di terrorismo. A marzo scorso il vigile del fuoco, militante del movimento Antudo, finiva in carcere. Il giudice delle indagini preliminari escludeva il reato più grave, ma veniva smentito dal Tribunale del Riesame. Dal carcere Pagliarelli il vigile del fuoco veniva trasferito nella prigione di massima sicurezza di Alessandria dove è rimasto fino a due giorni fa.
Per farlo uscire si è rivelata fondamentale la sentenza della Cassazione in materia di misure cautelari. “Il lancio dei fumogeni” – diceva la Suprema Corte – “non poteva essere considerato un’azione in grado di incidere sulle decisioni dello Stato”. Antudo in un comunicato scrive di “ingiusta detenzione con accuse spropositate”. Ilaria Salis, che aveva fatto visita in carcere in solidarietà con Spera, ha commentato in modo positivo la svolta nelle indagini. Per l’avvocato Giorgio Bisagna: “Quantomeno si mette fine alle accuse di terrorismo per quanto attiene alla fase cautelare”. L’accusa adesso è quella di danneggiamento seguito da incendio, che prevede la reclusione tra sei mesi e due anni. Spera, comunque, ha l’obbligo di firma e non può lasciare di notte la propria abitazione.
Intanto prosegue il processo a carico del vigile del fuoco e di altre persone accusate di reati meno gravi, con la prossima udienza prevista per il giorno 20 dicembre. A livello formale l’aggravante rimane, anche se destinata a essere ridimensionata. Ma l’inchiesta i suoi danni ormai li ha fatti. Stiamo parlando di fumogeni in una iniziativa che al massimo può essere considerata dimostrativa. L’accusa di terrorismo invece testimonia dei tempi bui in cui viviamo, dove si agita un fantasma del passato per regolare lo scontro sociale di oggi, in realtà neanche lontanamente paragonabile a quello di allora.