I centri in Albania
Caso Gjader, la Cassazione aspetta la Corte Ue
In attesa della sentenza di Lussemburgo, si dovrà aspettare di capire quanto il progetto Albania sia stato un progetto fallimentare.
Esteri - di Martina Ucci
La procura generale di Cassazione ha chiesto una sospensione del giudizio sul caso Paesi sicuri. Si tiene oggi l’udienza della Cassazione sul ricorso presentato dal governo per le mancate convalide di trattenimento dei migranti in Albania, ma non sarà emesso alcun giudizio. La procura generale ha deciso di attendere la pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione europea.
L’udienza a Lussemburgo è stata fissata per il 25 febbraio 2025 e la decisione dovrebbe arrivare intorno ad aprile. Fino a quel momento i centri costruiti dal governo Meloni in Albania, per il trattenimento e il rimpatrio dei migranti provenienti da Paesi sicuri – o perlomeno considerati tali dall’Italia –, dovrebbero rimanere vuoti. Infatti, ad oggi, la maggior parte del personale è stato rimpatriato, per evitare che i costi già elevati del progetto, lievitino ulteriormente senza ragione. Il giudizio sui Paesi sicuri riguarda infatti la direttiva Ue 2013/32 e il diritto comunitario sull’asilo, secondo i quali un Paese può essere considerato sicuro solo se non ci sono rischi di persecuzioni e violazioni dei diritti fondamentali per nessuna categoria di persone (come ad esempio oppositori politici, minoranze religiose o omosessuali).
L’elenco redatto dall’attuale governo italiano riguarda 22 Paesi, prima con decreto interministeriale e poi con decreto legge, è già stato bocciato dalle sezioni specializzate per l’immigrazione del Tribunale di Roma e di altre città. “Un Paese o è sicuro per tutti o non lo è per nessuno”, questa è la frase con la quale si può sintetizzare la decisione dei Tribunali di negare il trattenimento dei migranti in Albania. E, in attesa della sentenza di Lussemburgo, si dovrà aspettare di capire quanto il progetto Albania sia stato un progetto fallimentare.