L'annuncio dei governi europei
Diritto d’asilo ai siriani, perché non si può sospendere
Una sospensione del diritto d’asilo non è però in alcun modo possibile trattandosi di un diritto fondamentale tutelato dalla carta costituzionale e dalle normative internazionali e dell’Unione Europea.
Cronaca - di Gianfranco Schiavone
L’annuncio fatto dal Governo italiano di “sospendere i procedimenti relativi alle domande di asilo dalla Siria” è pericolosamente ambiguo perché nella (forse voluta) vaghezza delle parole usate tale decisione può essere intesa come una sospensione del diritto di presentare una domanda di asilo da parte di un cittadino/a siriano/a. Una sospensione del diritto d’asilo non è però in alcun modo possibile trattandosi di un diritto fondamentale tutelato dalla carta costituzionale e dalle normative internazionali e dell’Unione Europea.
Qualsiasi sia la volontà politica del Governo italiano, come quella di altri Governi europei, nessun siriano che intenda chiedere asilo può dunque essere respinto alla frontiera esterna né può essere oggetto di procedure di riammissione alle frontiere interne. Tutte le domande di asilo presentate dai siriani devono essere verbalizzate dalle autorità di pubblica sicurezza presso le questure e presso i valichi di frontiera e vanno inoltrate alle commissioni territoriali competenti per territorio al fine di procedere all’esame della domanda stessa. Ciò che è stato annunciato può dunque tradursi solo in una sospensione dell’esame delle domande di asilo nel senso di rinviare temporaneamente il loro esame, ritenendo che ciò sia necessario per una piena valutazione sul merito delle istanze considerato il tumultuoso cambiamento in atto in Siria.
Ciò in ragione della norma che dispone che la domanda di asilo “è esaminata alla luce di informazioni precise ed aggiornate sulla situazione generale esistente del paese di origine” (d.lgs 25/08 art. 8 c.3) e che prevede che i tempi di esame della domanda possono essere prorogati solo nel caso sia necessaria una “valutazione di questioni complesse in fatto o in diritto” (art. 27 c.3). Di tale proroga va informato il richiedente. Va inoltre sottolineato che la possibile proroga della domanda di asilo presentata da un cittadino siriano va altresì valutata caso per caso dalla commissione incaricata di esaminare la domanda che gli è sottoposta e non può essere una decisione politica con effetto generalizzato. Solo intesa entro gli stretti binari sopra indicati la annunciata sospensione dell’esame delle domande di asilo presentate dai siriani potrebbe forse risultare legittima, anche se è del tutto evidente che tale decisione è frettolosa e del tutto inopportuna.
In un comunicato diffuso a livello internazionale Amnesty International (“Europe: safety of syrians in Europe not be sacrificed to political interests” december 10, 2024) ha subito evidenziato in modo netto che “La situazione in Siria è estremamente instabile. Cinque decenni di brutalità e repressione non possono essere cancellati da un giorno all’altro. Ma i governi europei non hanno perso tempo a bloccare le richieste di asilo dei siriani. In questo momento di turbolenza e cambiamento, i Paesi dovrebbero evitare di far precipitare i rifugiati siriani e le persone in cerca di asilo in situazioni di ulteriore incertezza e precarietà. Al contrario, la sicurezza e l’autonomia delle persone in cerca di asilo devono essere al centro del processo decisionale e non devono essere sacrificate alla rabbiosa politica anti-profughi che attualmente attanaglia l’Europa”.
Va ricordato che i cittadini siriani rappresentano da molti anni, insieme agli afgani, il gruppo di richiedenti asilo più numeroso in Europa (181.000 domande presentate nell’UE nel 2023 – dati Eurostat) con un altissimo tasso di riconoscimento di una delle due forme delle protezione internazionale (oltre l’80% delle domande). Le prospettive di evoluzione politica della situazione siriana sono del tutto incerte e, come molti analisti hanno fatto subito osservare, purtroppo risulta molto elevato il rischio che in quello sfortunato Paese -già devastato da oltre un decennio di feroce conflitto interno- non si verifichi affatto un’immediata e miracolosa rinascita della democrazia e che il rispetto dei diritti umani fondamentali resti un miraggio. Sicuramente per comprendere e valutare la situazione siriana saranno necessari molti mesi ma proprio tale complessità rende ancora più gravemente inopportuna la decisione assunta di voler subito sospendere l’esame delle domande di asilo presentate dai cittadini siriani.