Solo la Spagna si dissocia
Perché Europa e Italia chiudono le porte ai profughi siriani: uno schiaffo alla civiltà e alla Costituzione
L’Europa si mostra con questi provvedimenti molto al di sotto del limite della decenza e della civiltà. Ci spiega che l’Unione è solo un luogo commerciale e di convenienze, e che ha mantenuto tutta la ferocia del suo vecchio spirito coloniale, xenofobo e razzista.
Editoriali - di Piero Sansonetti
L’Italia ha annunciato che blocca le richieste di asilo per i profughi della Siria. Cioè chiude la porta in faccia alle persone che fuggono dalla guerra. Violando in modo spavaldo e dichiarato la nostra Costituzione (articolo 10) la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il diritto internazionale e un certo numero di convenzioni che l’Italia ha firmato. Il governo italiano con questo provvedimento si mette fuori dalla legalità. E lo fa senza nascondersi. Anzi, gloriandosene.
La Germania, l’Austria, e poi anche la Francia, la Croazia, il Belgio, la Svezia, la Norvegia, la Danimarca, la Grecia, e l’Inghilterra hanno fatto come l’Italia: “Profughi Raus!” (lo diciamo in tedesco perché storicamente sembra la lingua più adatta). Solo la Spagna del socialista Sanchez ha detto che non negherà il diritto d’asilo. Vedete: che la parola socialismo ha ancora un senso. L’Europa si mostra con questi provvedimenti molto al di sotto del limite della decenza e della civiltà. Ci spiega che l’Unione è solo un luogo commerciale e di convenienze, e che ha mantenuto tutta la ferocia del suo vecchio spirito coloniale, xenofobo e razzista.
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Mi ricordo, quando ero bambino, l’arrivo a Roma dei profughi ungheresi. Che fuggivano dall’invasione russa e dal colpo di Stato. Il governo democristiano li accolse con tutti gli onori. E moltissime case di italiani si aprirono. Davanti a casa mia c’era un campo di accoglienza. I miei genitori invitavano a pranzo gli ungheresi. E succedeva in molte altre case. Era il 1956. Ci eravamo appena liberati del fascismo. Ed eravamo gente civile. Moderna. Siamo tornati ad esprimere la parte peggiore, infame, dell’anima europea.