Continuano i naufragi
I decreti-Cutro uccidono, la magistratura dorme…
Giusta la commozione per Yasmine, la bambina fortissima scampata all’annegamento. Ma delle 44 persone morte per mancato soccorso? E delle responsabilità? E delle colpe anche penali, del governo?
Editoriali - di Piero Sansonetti
Quasi tutti i giornali, stavolta, hanno parlato del naufragio di Lampedusa, portando finalmente in prima pagina la tragedia del Mediterraneo. (Solo i giornali dichiaratamente di destra e Il Fatto hanno aggirato la questione relegandola nelle pagine interne). Però quasi tutti si sono occupati soltanto del salvataggio della bambina, Yasmine, sopravvissuta per due o tre giorni, sola, aggrappata a un salvagente.
Quasi nessuno ha messo in primo piano la notizia che lei si è salvata ma 45 persone, tra le quali forse anche altri bambini, sono morte. E tanto meno ha sottolineato la realtà evidente: e cioè che la colpa – civile, morale e penale – di questa ennesima strage è da attribuire al governo italiano e ai governi che l’hanno preceduto, e che hanno organizzato in modo capillare una azione per stroncare le Ong e per ostacolare il loro lavoro di salvataggio. E che consapevolmente non hanno rafforzato, anzi hanno indebolito, le possibilità di intervento della Guardia costiera. E che hanno armato e finanziato alcune associazioni di gangster – guardia costiera libica e guardia tunisina – assegnando loro il compito di catturare quanti più profughi possibile, di trascinarli nei campi di concentramento e di bastonarli ben bene, stuprarli, torturarli.
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C’è una grande e giustissima gioia per la salvezza di Yasmine. Bambina straordinaria che ha avuto la forza di resistere per due giorni, forse addirittura tre, alla furia del mare, del vento, del sonno, della fame e della sete. Ma totale indifferenza per quello che è successo a molti altri bambini e a centinaia di adulti. Alarm Phone, mentre Yasmine era aggrappata a un salvagente, aveva lanciato diversi SOS. E quando Alarm Phone ha lanciato gli SOS. era possibile salvare forse tutti e 45 i naufraghi. Ma non si è mossa nessuna barca delle autorità italiane da Lampedusa. L’SOS è stato ignorato. Come a Cutro. E così pare che non si sia mosso nessuno neanche per gli allarmi successivi. Negli ultimi giorni Alarm Phone ha lanciato nuovi SOS. per altre tre barche in difficoltà. Caduti nel vuoto. Le tre barche non sono mai arrivate a Lampedusa. Non sappiamo se abbiano cambiato la rotta. Improbabile. Se non hanno cambiato rotta sono affondate. Non risultano superstiti.
Arrivano invece notizie da due naufraghi africani che sostengono di essere loro i superstiti di un naufragio di una barca con 130 persone a bordo. Il governo Italiano, di fronte a queste stragi alle quali assiste impassibile, e forse anche con un po’ di soddisfazione, ha solo due giustificazioni. La prima è che gli altri governi europei non sono migliori. La seconda è il fatto di avere ereditato questa politica mortifera dai governi precedenti, tecnici o di centrosinistra. La guerra alle Ong fu iniziata ai tempi di Minniti, ministro dell’Interno di centrosinistra. E poi peggiorata abbondantemente con vari decreti varati dal centrodestra prima e dopo Cutro, tutti finalizzati alla distruzione della rete delle Ong.
Qual è lo “spirito” della politica del governo? L’idea fissa che bisogna diminuire gli sbarchi, ad ogni costo, e che per farlo occorre una idea di comunicazione che “impatti” sui profughi, e che l’unica idea che davvero può impattare è la morte. E dunque deve crescere la morte nel Mediterraneo, e deve diffondersi, e deve diventare una minaccia concreta. Più sono i naufragi, più si espande l’orrore, il vento di Cutro, più le ondate di profughi si attenueranno. Questa che dico non è una ipotesi ideologica: è la sostanza di tutta l’azione legislativa del governo. L’obiettivo è ridurre al minimo le Ong, sequestrare o addirittura (secondo le ultime disposizioni) confiscare le loro barche, e intanto contenere l’azione della Guardia costiera. E finanziare le organizzazioni statuali-criminali della Libia e della Tunisia. Questa strategia effettivamente può produrre un numero altissimo di morti, e dunque ridurre gli sbarchi.
E tutto ciò per quali ragioni? L’idea più diffusa è che la ragione sia quella di evitare che in Italia ci sia un numero eccessivo di immigrati. Non è vero. In Italia non c’è questo pericolo: nessuna emergenza, su questo piano. Anzi, ci sarebbe un gran bisogno di nuova popolazione, sia perché nascono pochi bambini, sia perché l’emigrazione dall’Italia prosegue da sempre, e anche con numeri significativi. Il saldo tra immigrazione ed emigrazione è più o meno un saldo zero. E allora? A rendere necessaria la politica feroce contro i naufraghi c’è solo una ragione di propaganda politica. La xenofobia, da diversi anni, è diventata un buon carburante per la macchina dei successi elettorali, mentre la politica dell’accoglienza mette in fuga voti e lettori. Tanto che la xenofobia, oltre a furoreggiare nella destra, trova sponde accoglienti anche a sinistra, e molto molto accoglienti tra i Cinque Stelle e nei loro giornali.
Ora però si pone un problema serio. Cosa fa la magistratura? Bravissimi i giudici che non hanno convalidato i provvedimenti di imprigionamento amministrativo varati dalle prefetture. Hanno fatto il loro dovere, evitando di violare la legge. Ma poi? Ieri la Procura di Agrigento ha fatto sapere che aprirà un’inchiesta per naufragio colposo. Ipotetico reato da attribuire a chi? A Yasmin o a uno dei suoi compagni morti? Beh: è una follia. Il reato prevalente ed evidente che c’è in quella strage è l’omissione volontaria, dolosa e programmata di soccorso. E riguarda forse alcuni militari, ma certamente anche il governo e – personalmente – alcuni suoi ministri.
La notizia di reato c’è. Gli indizi di colpevolezza sono evidenti. Come mai non succede niente? E come mai per la strage di Stato di Cutro sono stati condannati, a pene pesantissime, tre naufraghi due dei quali ventenni? È una sentenza infame. Ci sono vagonate di prove del fatto che la Guardia di Finanza e la Guardia costiera potevano intervenire e salvare più di cento vite, e non l’hanno fatto, ci sono vagonate di prove sulle colpe del governo, e voi sbattete in cella tre naufraghi? Due ragazzini vittime del mancato soccorso. E nessuno protesta? Vi rendete conto di quanto orrenda sia questa cosa? Vi accorgete che non c’è nessun conflitto tra magistratura e governo, e – a parte singoli e riprovevoli casi nei quali qualche magistrato prende di punta un personaggio politico – magistratura e governo siano, spesso, esattamente dalla stessa parte? E cioè dalla parte di un potere arrogante e illegale, che aborre la giustizia giusta e lo Stato di diritto.