La pellicola dedicata al vampiro
‘Nosferatu’: dal primo gennaio al cinema il nuovo film di Eggers con uno straordinario Willem Dafoe
A dare carne e sangue al vampiro è Bill Skarsgard, già nei panni del pagliaccio di It. Brilla come sempre Willem Dafoe. “Il punto di vista è quello di Ellen, saremo nei panni della vittima”
Spettacoli - di Chiara Nicoletti
L’attesa di anni, tra scorci di trailer, foto dal set e brevi clip sta per essere ripagata. Il 1° Gennaio 2025, ad inaugurare il nuovo anno di cinema, il vampiro che precede e supera la leggenda di Dracula in oscurità, putrescenza, perfidia e allure cinematografico: Nosferatu. Distribuito da Universal Pictures Italia e diretto da Robert Eggers, già conosciuto per The Witch e The lighthouse, il film riprende e trae ispirazione sia dal capolavoro senza tempo di F.W. Murnau del 1922 che dal romanzo di Bram Stoker, Dracula.
A dare dimensione, sguardo e mefitiche fattezze al vampiro tra i vampiri, Bill Skarsgard (già volto del pagliaccio IT nei due film diretti da Muschietti nel 2017 e 2019) mentre nei ruoli di Ellen, oggetto di tormento e passione per Nosferatu e Thomas, marito di Ellen, la figlia d’arte Lily-Rose Depp e Nicholas Hoult. Un punto fermo nella filmografia di Eggers è l’attore Willem Dafoe, che da anni ormai fa la spola tra l’Italia e gli Stati Uniti ed attore eccellente in tutti i ruoli che interpreta ed abilissimo nello sceglierli. Dafoe, è, di fatto, in tutti i film che stanno avendo ed hanno avuto risonanza negli ultimi anni. Era stato ospite di queste pagine per Povere Creature, il film quattro volte premio Oscar di Yorgos Lanthimos e lo ritroviamo per Nosferatu in una parte che lo stesso Eggers avrebbe scelto per sé, se avesse recitato nel film. Dafoe interpreta il ruolo di Albin Eberhart Von Franz, un professore e dottore, esperto di occulto che viene chiamato a curare Ellen, ormai preda di attacchi inspiegabili, considerati isterici o di malinconia.
È Von Franz a capirla veramente, a portare alla luce l’esistenza del male, dei demoni, di esseri in grado di “possederne” altri. Ed è grazie al personaggio di Dafoe che Robert Eggers si distacca, con il suo Nosferatu dalle visioni precedenti sul vampiro per eccellenza e dalla narrativa su queste figure: mette infatti al centro della storia Ellen (Lily Rose Depp). “Come evoluzione della storia, la cosa più significativa è che questo è il film di Ellen. È una vittima non solo del vampiro, ma anche della società del diciannovesimo secolo”, scrive Robert Eggers nelle note di regia. Conferma tutto Dafoe: “Il tocco di Eggers – spiega l’attore – sta nell’aver messo al centro della storia Ellen. Siamo empatici nei suoi confronti, siamo dalla sua parte e vediamo tutto attraverso i suoi occhi. In passato questa storia è sempre stata raccontata dal punto di vista del marito o moltissime volte da quello del vampiro Orlock. Abbiamo visto vampiri tristi, dolci, gentili, addirittura che brillano ma il cambio di fuoco permette di volgere lo sguardo sul fatto che tutti attorno a lei rifiutano ciò che sta accadendo, l’ipotesi del soprannaturale, soprattutto nessuno comprende Ellen. Von Franz è il primo a capirla e tra loro si instaura una complicità. Lui pensa che bisogna accettare l’oscurità anche dentro se stessi,per potersi godere la luce e viverla. Tutti negano l’evidenza, l’esistenza di queste ombre, di questa creatura e sono in preda al panico. Von Franz interviene ad aiutarli ed aiutare Ellen”.
Precisa poi l’attore: “Non credo che Robert Eggers abbia scritto il film con l’intento di farne una storia orientata al femminile, lui non manda messaggi e non pensa ai temi da sottolineare, pensa solo a raccontare una storia in maniera autentica, che viva di luce propria”. Autenticità e attualità le due parole chiave di Nosferatu e del cinema di Robert Eggers. Il produttore Chris Columbus racconta che l’ufficio del regista americano di The Northman sembrava quello di un professore di vampirologia. “C’erano svariati libri sull’occulto e sulla storia del vampirismo”. Non fa che elogiare il suo regista, Dafoe, che rimarca: “Il bello del cinema di Eggers è che fa spesso film ambientati in epoche diverse ma per raccontare ciò che succede nell’oggi. Lo fa concentrandosi su alcune verità circa la natura umana e gli eventi che narra. È anche molto dettagliato e fa tantissime ricerche e parte sempre da una base concreta. Per esempio, in questo film rifiuta quasi tutti i tropi e i clichè del genere sui vampiri e si focalizza su un periodo e su persone che all’epoca credevano veramente nell’esistenza di queste creature. In più ci aggiunge degli elementi originali ed interessanti come il fatto che in Nosferatu i vampiri non mordono al collo ma al petto, vicino al cuore, poiché per lui era più poetico. Ciò che fa Eggers è ricercare l’autenticità in modo tale da offrire allo spettatore la possibilità di entrare in un mondo. In questo modo, vediamo come la natura umana non è poi cambiata così tanto, lungo gli anni”.
Concentrandosi fin dall’inizio su Ellen, Nosferatu la vede dividersi, di fatto, tra due contendenti, simbolo di due rappresentazioni di lei che, specialmente in quel momento storico, era impossibile far combaciare. Da una parte una donna che sin da bambina ha ricercato attenzioni, conforto, contatto e dall’altra una persona condizionata dai dettami della società che la vuole docile, pura, devota e non schiava delle passioni. Con questa analisi del film a supporto, alla domanda su cosa ci dica Nosferatu sulle relazioni sentimentali, Willem Dafoe risponde: “Siamo in presenza di un triangolo amoroso. Abbiamo il marito devoto, fedele, che la ama ma non la vede per quel che è e non la capisce fino in fondo. Visto che non la conosce veramente ci sarebbe da chiedersi di cosa è innamorato esattamente. Poi c’è una donna che vuole essere amata ma anche vista, compresa. Lei vede ciò che gli altri non vedono e questo le impedisce di instaurare un vero rapporto di complicità e scambio con il marito. In fondo tutto rimane ad un livello superficiale se non si prendono seriamente in considerazione i pensieri e i desideri del proprio compagno. Infine c’è il terzo elemento, con la quale Ellen instaura una vera e propria relazione tossica ma a cui lei non riesce a resistere. Lei lo risveglia e lui esprime nei suoi confronti un appetito assoluto. Nonostante questo possa portarla alla fine, è cosi attratta da lui da finire in un spirale di sesso e morte. Ellen è per certi versi l’unica veramente viva in un contesto dove tutti sono in uno stato di negazione”. “Il suo rapporto con il marito è piuttosto triste secondo me – riflette in conclusione Dafoe – per questo quella scena in cui lei esce dal suo stato di trance e fanno finalmente sesso estremo, è molto potente e significativa all’interno del flm”.
Nosferatu è un film che richiede la stessa attenzione e coinvolgimento che il suo regista e i suoi interpreti ci hanno messo nel farlo. Willem Dafoe concorda e la fa semplice: “Più attenzione si presterà al film e più aumenterà la qualità della visione. Se si guarda un film distrattamente, sarà impossibile coinvolgersi e godere dell’esperienza cinematografica a pieno”.