Per impedire alle persone di fuggire attraverso il Mediterraneo centrale e tenerle lontane dall’Europa, l’Unione Europea e i suoi Stati membri stanno sempre più esternalizzando il controllo delle frontiere e le procedure di asilo a Paesi terzi.
In questo modo sostengono le violazioni dei diritti umani contro i migranti, spendendo milioni di soldi dei contribuenti: dal 2016 fino al 2027, l’Ue e i suoi Stati membri avranno investito almeno 327,7 milioni di euro nella gestione delle frontiere di Libia e Tunisia. Invece di salvare i migranti, l’Ue e i suoi Stati membri stanno esternalizzando il controllo delle frontiere e la protezione dei rifugiati a Paesi terzi, come nel caso del Mediterraneo centrale con Tunisia, Libia e Albania. L’esternalizzazione comprende il sostegno alle cosiddette guardie costiere libiche e tunisine, che effettuano respingimenti illegali e sono responsabili di gravi violazioni dei diritti umani contro i rifugiati. (…) Pull-backs illegali di rifugiati verso la Libia.
Sebbene diversi tribunali abbiano ripetutamente confermato che il centro di coordinamento dei soccorsi libico sostenuto dall’Ue e la cosiddetta Guardia costiera libica non effettuano operazioni di salvataggio marittimo secondo il diritto internazionale, l’Unione europea e i suoi Stati membri sostengono e finanziano questi attori libici sospetti. L’agenzia europea per le frontiere Frontex e gli Stati costieri europei come Italia e Malta collaborano con gli attori libici che intercettano con la forza i rifugiati in mare e li riportano illegalmente in Libia. In questo modo, l’Ue e i suoi Stati membri si rendono complici di sistematiche e gravi violazioni dei diritti umani contro i rifugiati e i migranti in Libia, che la Missione d’inchiesta indipendente delle Nazioni Unite (Onu) sulla Libia classifica come crimini contro l’umanità. Impedire alle persone di fuggire limita il loro diritto di asilo e causa sofferenze e migliaia di morti alla frontiera esterna dell’Ue nel Mediterraneo centrale.
Finanziata ed equipaggiata dall’Ue e dai suoi Stati membri, la cosiddetta Guardia costiera libica ha catturato illegalmente più di 144.800 rifugiati tra il 2016 e il novembre 2024 che hanno cercato di fuggire attraverso il Mediterraneo dall’“inferno libico”, che è il modo in cui la Libia è stata spesso descritta dai sopravvissuti. Pull-backs illegali di rifugiati verso la Tunisia Nonostante il drammatico deterioramento della situazione dei diritti umani, l’Ue e i suoi Stati membri hanno intensificato la cooperazione con la Tunisia, affidando alle autorità tunisine il controllo delle frontiere e le attività di ricerca e soccorso. Nel nuovo Memorandum d’intesa del 2023, l’Ue ha promesso alla Tunisia 105 milioni di euro per il controllo delle frontiere e della migrazione.
Tuttavia, lo sbarco in Tunisia di persone soccorse in mare viola il diritto internazionale, poiché la Tunisia non può essere considerata un luogo sicuro. Ciononostante, l’Ue ha sostenuto l’istituzione di una regione tunisina di ricerca e soccorso (Sar) nel giugno 2024, che ha portato a un aumento delle intercettazioni di persone in fuga e dei respingimenti illegali in Tunisia da parte della Guardia costiera tunisina che, secondo quanto riferito, ha messo a repentaglio la vita dei rifugiati con manovre ad alta velocità che minacciano di rovesciare le imbarcazioni, violenza fisica, uso di gas lacrimogeni a distanza ravvicinata e collisioni volute con le imbarcazioni.
C’è una novità: l’esternalizzazione delle procedure di asilo. Dal 2023, nuove forme di esternalizzazione, come il protocollo Italia-Albania per l’esternalizzazione delle procedure di asilo a Paesi terzi, si sono rivelate irrealizzabili. I costi dell’accordo ammontano a 653 milioni di euro in cinque anni e, attualmente, l’accordo sembra sospeso. Inoltre, la detenzione in Albania delle 19 persone soccorse in mare è stata revocata sulla base di diverse sentenze. SOS Humanity chiede che l’Ue e i suoi Stati membri pongano fine al sostegno della cosiddetta Guardia costiera libica e tunisina per effettuare i respingimenti illegali e cessino la loro complicità nelle violazioni dei diritti umani. L’Ue e i suoi Stati membri devono invece proteggere il diritto di asilo.
*Ong di ricerca e soccorso in mare