Bergamo prima, maglia nera Reggio Calabria. E il solito, consueto, puntuale gap Nord-Sud: le 25 ultime posizioni dell’indagine del Sole 24 Ore che misura la qualità della vita in Italia sono occupate da città del Meridione. È materiale buono per la propaganda sull’Autonomia differenziata – la Cassazione ha riconosciuto intanto la validità della richiesta di referendum – anche se allo stesso tempo l’indagine fa registrare tassi di crescita del Pil più elevati al Mezzogiorno. La classifica fa anche registrare la tendenza delle grandi città a perdere posizioni, anche per via dell’introduzione di nuovi indicatori.
Bergamo è prima per la prima volta: un crescendo vertiginoso dal 2020, quando era al 52esimo posto nell’anno del covid, al 2024. “Sono passati quasi cinque anni dal 18 marzo 2020, quando una colonna di 70 mezzi militari portava via da Bergamo le salme dei primi morti di Covid-19. Nell’anno più nero che il mondo ricordi, almeno tra quelli recenti, Bergamo – come l’Italia intera – perdeva vite, ma non tenacia. Una tenacia che l’ha vista, negli ultimi quattro anni, crescere e aumentare il livello del benessere sul territorio, balzando da 52esima (nel 2020) alla vetta della classifica di quest’anno”, si legge sul sito del Sole 24 Ore.
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Il divario Nord-Sud
Sul podio anche Trento e Bolzano. Napoli è penultima. “Dalla posizione 83 del ranking in poi, infatti, è una sfilata di territori del Sud”. Tra i peggiori piazzamenti al Nord di Imperia e Savona, entrambe in Liguria. Trionfano soprattutto le medie province: Monza e Brianza appena fuori dal podio, alla quarta posizione. Seguono Cremona e Udine, Verona e Vicenza. Nona Bologna. Alla decima posizione chiude Ascoli Piceno, per la prima volta entrata nella top ten e prima nella classifica dedicata a “Giustizia e Sicurezza”. In top ten predominano le province del Nord Est con Trentino Alto Adige, Lombardia e Veneto tra le Regioni più presenti.
“Se dalla fotografia il Mezzogiorno sembra un malato cronico – si legge ancora nell’articolo di accompagnamento – alcuni dati evidenziano però un cambio di marcia: il trend del Pil pro capite che premia Palermo, Caltanissetta e Nuoro; il valore tendenziale delle presenze turistiche, con Isernia, Frosinone ed Enna a registrare i valori più elevati. L’aumento dell’attrattività sul piano economico, si accompagna a una maggiore accessibilità sul fronte dell’affitto o acquisto di immobili e a una minore inflazione, creando condizioni potenzialmente favorevoli per il futuro”.
La crisi delle grandi città
Capitolo grandi città, quasi tutte fuori dalla top ten eccezion fatta per Bologna che scivola comunque di sette posizioni: la maggior parte perdono posizioni, quasi tutte crollano, collassano in classifica. Milano passa dalla quarta alla 12esima posizione; Firenze perde 30 posizioni fino alla 36esima; crolla anche Roma di 24 posizioni fino alla 59esima; Torino scivola alla 58esima perdendo 22 posizioni. Bari è tra le poche a salire – nonostante un anno tormentato a livello amministrativo, tra scandali e inchieste – di quattro posizioni, fino al 65esimo posto. Milano tuttavia mantiene il primato in Affari e Lavoro e Firenze l’indice sulla Qualità della vita delle donne. Biella è prima in Ricchezza e consumi, Brescia in Ambiente e servizi, Bolzano in Demografia, salute e società; Ascoli Piceno in Giustizia e Sicurezza.
Cos’è la classifica “Qualità della vita” del Sole24Ore
La classifica ha debuttato per la prima volta nel 1990, è diventata un appuntamento fisso. Come ogni anno, si basa su 90 indicatori prelevati da fonti certificate come l’Istat o la Banca d’Italia l’Istituto Tagliacarne. Gli indicatori sono su base provinciale e sono rapportati alla popolazione residente, divisi in sei categorie: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, salute e società; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero. Dei 90 indicatori fanno parte anche dieci indici sintetici che nel corso dell’anno sono stati pubblicati sul Sole 24 Ore: l’Indice del Clima, i tre Indici Generazionali (Qualità della vita di Anziani, Giovani, Bambini); l’Indice di Sportività, l’Indice della Criminalità; Ecosistema Urbano; l’Indice di Fragilità del Territorio; Icity Rank e l’Indice della Qualità della vita delle donne. Quest’anno sono stati introdotti 27 nuovi indicatori, come i rischi di frane e alluvioni, le mensilità di stipendio necessarie per acquistare casa, gli omicidi.