Dal libro al film
La storia dell’esercito segreto di Churchill, chi erano gli agenti speciali decisivi per la sconfitta di Hitler
Una storia basata su documenti storici e raccontata da Damien Lewis nel romanzo: "Il ministero della guerra sporca. Le unità militari segrete di Churchill dietro le file naziste". Il volume ha ispirato l'omonimo lungometraggio girato da Guy Ritchie. Protagonisti super unità, a metà strada tra il militare e lo 007 perfetto
Spettacoli - di Andrea Aversa
Non è un caso che al progetto abbia collaborato Ian Fleming, scrittore e papà di James Bond, l’agente 007, la spia più famosa al mondo. Perché i militari di cui stiamo parlando sono stati dei soldati speciali. Uomini e donne che hanno svolto le loro missioni in segreto e con modalità non convenzionali e spesso illegali. Eppure le loro gesta sono state decisive per la vittoria del mondo libero contro il nazismo. Nello specifico, il loro apporto consentì al premier britannico Winston Churchill di rifilare al nemico tedesco, il cancelliere del Terzo Reich Adolf Hitler, una sonora sconfitta. Il fuhrer perse una battaglia decisiva e per lui fu l’inizio della fine.
La storia dell’esercito segreto di Churchill
Questi agenti e soldati ‘misteriosi’ hanno posto le basi per quelli che poi sono diventati, non solo i reparti speciali dell’esercito britannico ma anche i servizi segreti del governo, il famigerato e più famoso M16. Tale storia è stata raccontata dallo scrittore, saggista e regista Damien Lewis che ha pubblicato un libro dal titolo: “Il ministero della guerra sporca. Le unità militari segrete di Churchill dietro le file naziste“. Il romanzo ha ispirato un bel film, una spy action story diretta da Guy Ritchie. Il lungometraggio è infatti caratterizzato dall’inconfondibile stile del regista inglese. La pellicola è disponibile su Prime Video.
Chi erano gli agenti speciali decisivi per la sconfitta di Hitler
Gli agenti e i soldati facenti parte del Commando inglese n.62 (Small Scale Raiding Force), a sua volta componente delle Special Operation Executive, ebbe l’incarico di sabotare la nave italiana Duchessa d’Aosta, il rimorchiatore tedesco Likomba e la chiatta, altrettanto tedesca, Bibundi. Tali imbarcazioni servivano ai nazisti per trasportare gli U-Boot, i temibili sottomarini del Reich, armi e missili. L’operazione fu denominata Postmaster. Se la Gran Bretagna fosse riuscita nell’intento, avrebbe raggiunto due obiettivi: limitare gli approvvigionamenti militari dei tedeschi e mantenere in vita ciò che restava del proprio impero.
L’operazione ‘Postmaster’: dal libri di Damien Lewis al film di Guy Ritchie
Infatti, le navi bersaglio degli inglesi, erano ancorate nel porto della Guinea Equatoriale, all’epoca territorio spagnolo (governato dai nazisti), confinante con la Nigeria che invece era un Paese sotto il dominio britannico. Ebbene, riprendendo le principali tecniche ‘piratesche’, l’ufficiale Gus March-Phillips, insieme ai prodi Graham Hayes, Freddy Alvarez, Anders Lassen, Geoffrey Appleyard, Marjorie Stewart e Richard Heron, riescono a portare a termine la missione. Nel film il gruppo di agenti e soldati ha affondato la flotta nemica, rubando ai tedeschi la Duchessa d’Aosta e consegnando al governo di Churchill le armi che c’erano a bordo, oltre che a liberare dalla flotta nazista il porto della Guinea Equatoriale.