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Ella Mor a Napoli, la testimone del 7 ottobre: “Gli ostaggi liberi e la pace, questo governo non sta facendo abbastanza. Non ho più fiducia nella sicurezza d’Israele”

Fonte l’Unità

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La determinazione e la dignità di una donna che ha vissuto l’orrore. La forza di predicare la pace nonostante le violenze subite. La volontà di continuare a portare in giro la propria testimonianza, malgrado gran parte dell’opinione pubblica le è ostile. A lei e a chi è come lei. Ovvero israeliana, ovvero ebrea. Ella Mor è stata la protagonista di un incontro organizzato dalla Comunità Ebraica di Napoli con il sostegno dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, insieme alla Federazione Nazionale Italia Israele, dall’Associazione Italia Israele di Napoli, dall’Associazione Bezalel, dall’ADEI-WIZO e dal Magen David Adom. Ospiti anche Severino Nappi della Lega e Marco Nonno di Fratelli d’Italia (paradosso che ha confermato la regola: assenti esponenti politici di sinistra). Presente anche il professore Paolo Macry. La donna è la zia di Michael, Amalia e Abigail, tre bambini rispettivamente di 10, 8 e 5 anni. I primi due sono rimasti orfani dopo che i loro genitori sono stati uccisi dai terroristi di Hamas durante il massacro del 7 ottobre 2023.

Chi è Ella Mor

Michael e Amalia si sono salvati perché nascosti per 14 ore dentro un armadio. Abigail, invece, è stata rapita dagli islamisti e trascinata nella Striscia di Gaza. Per fortuna è stata liberata in occasione di un primo scambio tra ostaggi israeliani e detenuti palestinesi, avvenuto nel novembre 2023. La piccola quando è tornata a casa, dopo le dovute cure ricevute in ospedale, “ha chiesto dei taralli dolci e una coroncina da principessa – ha raccontato Ella Morè una bambina davvero molto forte“. Negli occhi di Ella Mor, intervistata per l’occasione da Giuseppe Crimaldi, cronista de Il Mattino, sono stati evidenti sia il dolore per ciò che ha passato e sta passando che la speranza che un giorno tutto ciò finisca e che finalmente arrivi la pace. “Noi vogliamo vivere in pace, non vogliamo la guerra, siamo stanchi della morte. Ma prima di tutto devono essere rilasciati tutti gli ostaggi“, ha spiegato Ella Mor.

L’evento presso la Comunità Ebraica di Napoli

Dal quel tragico 7 ottobre tutto è cambiato, tranne la sensazione che un israeliano possa perdere la vita in qualsiasi momento. Ucciso da un attentato, o un missile lanciato dai tanti nemici che circondano lo Stato Ebraico. Ha detto Ella Mor: “Per noi quel sabato è stato come un uragano. Ci ha traumatizzati. Abbiamo paura, non ci sentiamo più sicuri a casa nostra“. E sulle violenze perpetrate da Hamas e mostrate con orgoglio dagli stessi terroristi: “Credo che le autorità israeliane abbiano fatto bene a non mostrare quelle immagini – ha affermato Ella MorSi tratta di scene davvero disumane che non mostrerei a nessuno. Mi padre ha guardato un solo video e non ha dormito per un mese. Hamas credeva che mostrandole avrebbe scatenato una guerra santa che ci avrebbe sconfitti. Ed ha fallito. In ogni caso gli odiatori di Israele non avrebbero creduto che quelle azioni fossero state commesse dai miliziani di Hamas“. Già, gli odiatori di Israele, quelli responsabili della miriade di atti antisemiti che si sono verificati nel mondo durante l’ultimo anno, quelli che hanno evocato la distruzione dello Stato Ebraico: “Non ne capisco il motivo, io personalmente voglio la pace – ha dichiarato Ella MorÈ Hamas, sono le dittature arabe che vogliono la morte di chi non la pensa come loro. Sono loro che con i miliardi che hanno ricevuto hanno costruito tunnel e armi, invece di scuole e ospedali. A nessuno interessa delle altre guerre del mondo, agli altri civili uccisi. Interessa solo il conflitto israeliano-palestinese. Forse solo perché siamo ebrei“.

La testimonianza del 7 ottobre

Per Ella Mor il futuro prossimo può avere una sola prospettiva possibile, senza la quale la tregua non arriverà mai: il rilascio degli ostaggi. “Io non so quando ci sarà la pace, vorrei accadesse subito ma mi rendo conto che le cose sono difficili e lunghe. Del resto non è facile estirpare del tutto Hamas – ha continuato Ella MorMa è anche vero che il governo non ha fatto abbastanza per riportare a casa quelle persone. E non sta facendo abbastanza per supportare le loro famiglie e tutti coloro che si stanno occupando di azioni benefiche e solidali – ha concluso Ella MorDi tutti quegli uomini, donne e giovani che sostengono le famiglie degli ostaggi e che ogni giorno fanno sentire la loro voce“.

Gli ostaggi, la politica, la pace e il futuro

Secondo Ella Mor sono due le cose che il mondo può fare: la prima è non sottovalutare ciò che accade in Israele, “perché – ha spiegato Ella Mor il nostro Paese è un microcosmo di diversità e ciò che può accadere da noi può accadere ovunque. Basta fare il conto delle violenze commesse dagli islamisti in altre nazioni dove gli ebrei non ci sono per rendersi conto del pericolo che corriamo“; la seconda è di parlare degli orrori commessi dai terroristi, comunicarli e descriverli a quante più persone possibili, “in questo modo soltanto – ha affermato Ella Morpossiamo bilanciare la brutale propaganda ascoltata e vista in molte piazze del mondo“. Insomma, basterebbe agire, proprio come Ella Mor sta facendo.