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E se tornassi dalla morte pieno di magia: “The book of love” di Kelly Link, il romanzo d’esordio della maestra dei racconti

FOTO DA PIXABAY + MERCURIO

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Si fa presto a dire che se uno potesse schioccare le dita e diventare invisibile, trasformarsi in qualsiasi altro essere vivente, decidere cosa debbano ascoltare o ricordare gli altri soltanto tramite il pensiero sarebbe tutto più facile, felice, fantastico. E però in mezzo dimenticheremmo le relazioni pericolose e fragili, i compromessi puntuali e previsti, la confusione sul futuro e sul desiderio. È con tutto questo e altro che hanno a che fare i protagonisti di The Book of Love di Kelly Link edito in Italia da Mercurio, tradotto da Claudia Durastanti. Con un dettaglio in più non da poco: sia Laura che Daniel che Mo sono morti – peraltro in condizioni misteriose e a loro stessi sconosciute – e sono tornati alla vita  imbottiti di magia.

Link è considerata una maestra del racconto breve, nel 2016 è stata finalista per il Premio Pulitzer, ha vinto il World Fantasy Award e il premio Nebula. Le sue storie spaziano tra realismo magico, fantasy, horror. The Book of Love è il suo primo romanzo. Sia il New York Times che il Time lo hanno piazzato tra i migliori libri del 2024, negli Stati Uniti è diventato nel giro di pochissimo un best seller. È realismo magico, fantasy, horror, coming of age, anche romance: taglia la testa a tutti questi generi e crea un mondo suo, che sarebbe il primo requisito per ogni buon romanzo.

Lo fa con lingua, forma, contenuto, trama. Personaggi, anche quelli secondari, costruiti nei dettagli in una struttura polifonica come con Stephen King, ci si entra quasi in confidenza, nel bene e nel male. Per esempio: “Laura era un’anima antica” mentre sua sorella che non era morta e non era tornata dalla morte “Susannah era un livido appena fatto”. E però: “Una volta, durante le prove, Daniela aveva detto che quando Susannah cantava era come se fosse sul punto di rivelare un segreto, bastava solo continuare ad ascoltarla. Quello l’aveva fatta ridere. Susannah aveva detto che anche Laura pareva avere un segreto quando cantava, ma era un segreto noioso”.

Hanno un gruppo, i My two hands both knowe you, di cui fa parte anche Daniel, che è buono e disponibile ed educato fino a essere snervante. Mo è figlio di una musicista ed etnomusicologa, nipote della persona più nota – scrittrice di romance – al mondo di Lovesend, Massachusetts, tipica cittadina di provincia in cui per qualche assurda ragione si riversano tutte le catastrofi, le maledizioni, i miracoli del mondo conosciuto e delle dimensioni che esistono altrove. Mo anche lui è un musicista che non vuole fare ascoltare la sua musica agli altri. Con loro c’è pure Bowie, una persona che non conoscono, che sembra non conoscersi nemmeno lei, tornata anche lei dalla morte: chissà da quale morte.

 

Appaiono tutti e quattro nell’aula di musica con il loro ex insegnante, Mr Anabin, un uomo che indossa sempre magliette con frasi stucchevoli tipo LA MAGIA SEI TU: frasi che fanno ridere fino all’imbarazzo ma anche riflettere. Un altro uomo bello come un lupo ma con l’aria di una foresta buia e gelata li interroga perché non ci può ancora credere: “Come-avete-fatto-a-uscire”. Bella domanda: non lo sanno neanche loro. L’unica cosa certa è la regola segnata sulla lavagna:

2 RITORNANO 2 RESTANO

E questi adolescenti quasi post dovranno capire come fare, sfuggire alle smanie di una dea che va in giro come una stella del porno, stivali in coccodrillo e Bugatti. Difficile tornare, difficile restare. La magia non basta mica con le faide tra fratelli e sorelle, le amicizie complicate, l’amore trascendente, questi padri puntualmente assenti. Figuriamoci se non la si vuole neanche utilizzare, una volta a disposizione: “Non puoi solo contenerla come se fossi un tupperware. La magia è volatile. Declina. Si espande. Si sciupa. Presto o tardi la magia inutilizzata o non regolata ti travolgerà e tu esploderai o ti accartoccerai, ti squaglierai in una sostanza appiccicosa o diventerai una cascata di monetine o di preservativi scaduti”.

C’è molto sesso, tantissimi oggetti magici, la musica pervade ogni passaggio. L’azione a volte risulta spezzettata per questo continuo cambio del punto di vista, soprattutto quando si entra nella fase più calda. Altri passaggi risultano eccessivamente ridondanti. “I romance: alcuni sono così brutti che pensa: Potrei scrivere un libro migliore di questo. Ma persino quelli brutti sono affidabili, alla fine. L’amore vince su tutto. Si finisce mano nella mano”. Alla fine la vita è una cosa seria come una maglietta con un aforisma campale, grottesco, ridicolo: qualcosa che fa ridere ma anche riflettere. “L’AMORE È FORTE COME LA MORTE”. Oltre a segnare un altro colpo, Mercurio ha confezionato un’affascinante box per l’uscita con il romanzo di cartonato telato, un taccuino, un adesivo, un plettro, una chiave natalizia.