Intrappolata nelle gallerie sotterranee
Salva Ottavia Piana, la speleologa portata fuori dalla grotta Bueno Fonteno: fine dell’incubo lungo 75 ore
Poco più di tre giorni sono durate le operazioni per risalire quattro chilometri di cunicoli. La 32enne sta bene, è sempre stata lucida, ha riportato dei traumi sulle gambe, al volto e al torace. Trasportata in ospedale
Cronaca - di Redazione Web
Finalmente fuori: è salva Ottavia Piana, la speleologa rimasta intrappolata all’interno della grotta Bueno Fonteno, nel reticolo sotterraneo tra la val Cavallina e il lago d’Iseo, in provincia di Bergamo. Le operazioni sono durate poco più di tre giorni. Piana era rimasta ferita, secondo i medici ha riportato diversi traumi a gambe, volto e torace. Non è mai stata in pericolo di vita. È stata trasportata subito all’ospedale di Papa Giovanni XXIII di Bergamo in elicottero.
I soccorritori avevano previsto di riuscire a portare fuori dalla grotta la speleologa tra mercoledì sera e le prime ore di giovedì. Le operazioni, nell’ultimo tratto, sono andate avanti a ritmi più sostenuti grazie al lavoro dei soccorritori che avevano allargato i passaggi più stretti con trapani a batteria e cariche esplosive. Alle 3:15, dopo 75 ore di soccorsi, la speleologa è stata portata fuori, tratta in salvo dai soccorritori dalla grotta “Abisso Bueno Fonteno”.
Piana è stata portata fuori su una barella. Il ritmo procedeva con un’ora di riposo dopo ogni ora e mezza di trasporto. È stata assistita da un’equipe di sei medici e otto infermieri del soccorso alpino e speleologico. 159 in tutto i tecnici volontari che sono intervenuti da Lombardia, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Toscana, Umbria e Veneto. “Nell’ultimo tratto ci dava lei la carica”, ha detto Corrado Camerini, delegato lombardo.
Chi è la speleologa Ottavia Piana
Piana ha 32 anni. Fa parte del Gruppo Cai di Lovere, in provincia di Bergamo. È impegnata nel “Progetto Sebino” che prevede la mappatura della cavità naturale che si trova tra la parte settentrionale del lago d’Iseo e il lago di Endine, a quota 585 metri. Già nel 2023 era rimasta intrappolata nella stessa grotta per circa 40 ore a 150 metri di profondità. È scivolata per otto metri, ha riportato traumi a gambe, torace e volto. A lanciare l’allarme i compagni di spedizione che invece sono riusciti a risalire.
Secondo i suoi colleghi la speleologa non avrebbe commesso alcuna imprudenza, semplicemente una porzione di roccia ha ceduto e lei è caduta all’indietro per circa sei metri. Si sarebbe ferita alle gambe, al torace e al viso. I sanitari le hanno fornito antidolorifici per alleviare il dolore causato dai traumi. È sempre stata lucida nella risalita. “Dite al mio fidanzato che sto bene”, una delle prime frasi pronunciate dalla speleologa. Il dottor Rino Bregani, responsabile del soccorso alpino aveva riferito che “parla molto poco, ma dice che non entrerà più in una grotta”.