Il leader di Kiev
Ucraina, l’ammissione di Zelensky dopo mille giorni di guerra: “Non abbiamo le forze per riconquistare Donbass e Crimea”
Dopo 1029 giorni di guerra, migliaia di morti tra civili e militari e un Paese praticamente da ricostruire, Volodymyr Zelensky si vede costretto ad ammettere che l’Ucraina attualmente non ha forze sufficienti per riconquistare il Donbass e la Crimea con mezzi militari, potendo contare solo sulla diplomazia.
Il presidente ucraino lo ha detto in una intervista al quotidiano francese Le Parisien. Pur reduce dal clamoroso blitz a Mosca, in cui i servizi segreti di Kiev sono riusciti a fare fuori con un ordigno il generale Igor Kirillov, a capo dell’unità dell’esercito russo che si occupa delle armi chimiche, il leader ucraino è consapevole che il Paese non ha le forze per tentare di riconquistare territori saldamente in mano alle truppe del Cremlino, la Crimea addirittura annessa con un referendum illegale datato 2014.
Nell’intervista Zelensky sottolinea che Donbass e Crimea “sono ora controllati dai russi” e che Kiev “non ha la forza per riconquistarli. Possiamo contare solo sulla pressione diplomatica della comunità internazionale per costringere Putin a sedersi al tavolo delle trattative”. Parole che sembrano dettate anche dal cambio di paradigma degli Stati Uniti dove, con l’arrivo il prossimo 20 gennaio di Donald Trump alla Casa Bianca, appare evidente che il sostegno incondizionato Usa all’alleato ucraino sia destinato a terminare.
Un tema, quello della riconquista dei territori in mano al Cremlino, già trattato lo scorso novembre in una intervista alla Fox News, emittente Usa vicinissima al mondo trumpiano: in quell’occasione Zelensky disse che il suo Paese non poteva “perdere decine di migliaia di persone per il bene della Crimea”.
I soldati nordcoreani sul fronte
Ma la consapevolezza di non poter riconquistare militarmente i territori conquistati non impedisce a Zelensky di condannare le atrocità commesse dai russi in territorio ucraino. “Anche dopo anni di guerra quando pensavamo che i russi non potessero essere più cinici, vediamo qualcosa di ancora peggiore. La Russia non solo invia le truppe nordcoreane per assaltare le posizioni ucraine ma cerca anche di nascondere le perdite bruciando i volti dei soldati nordcoreani uccisi in battaglia. Questa follia va fermata”, scrive Zelensky su X pubblicando un video in cui si mostrano soldati nordcoreani uccisi sul fronte ucraino.
Da quando ha inviato migliaia di truppe nella regione russa di Kursk, parzialmente invasa dall’Ucraina nell’agosto scorso, l’esercito della Corea del Nord avrebbe perso “diverse centinaia” di soldati tra morti e feriti. A riferirlo è la Cnn, citando un funzionario americano.
Secondo Kiev sarebbero almeno 30 i soldati di Pyongyang uccisi o rimasti feriti nei combattimenti del fine settimana nei dintorni dei villaggi di Kursk. Un’unità ucraina, aggiunge la Cnn, ha riferito che i nordcoreani hanno lanciato attacchi di fanteria usando “le stesse tattiche di 70 anni fa”, un apparente riferimento alla guerra di Corea.