Lo zar tende la mano a Washington

Pace tra Russia e Ucraina, Putin pronto a negoziare tende la mano a Trump

“La Russia tratterà e firmerà la pace solo con il legittimo leader dell’Ucraina”, ha affermato il Presidente russo. Zelensky: “Non possiamo fermare un conflitto congelato. Importante che Donald sia dalla nostra parte”

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

20 Dicembre 2024 alle 13:30

Condividi l'articolo

AP Photo/Pablo Martinez Monsivais, File
AP Photo/Pablo Martinez Monsivais, File

Alcuni passaggi da Pietro il Grande 2.0. Il mito panrusso riesumato per l’ennesima volta. Tutto questo è contorno, folklore ad uso e consumo interno. Nulla di nuovo, verrebbe da concludere. Niente di più sbagliato. Perché nella conferenza stampa di fine anno di Vladimir Vladimirovič Putin – location evocativa, Gostiny Dvor, il palazzo degli Ospiti, l’enorme edificio accanto al Cremlino che fu il primo magazzino commerciale della Russia zarista – c’è sostanza politica. E tanta. E porta a Washington.

Dal Cremlino al numero 1600 di Pennsylvania Avenue, dove dal 20 gennaio 2025 si reinsedierà Donald Trump. Qui è il punto cruciale di una possibile svolta sul fronte russo-ucraino, e non solo. Lo zar “promuove” il tycoon come kingmaker della pax ucraina. Il presidente russo dice di essere pronto a parlare e incontrare il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, “in qualsiasi momento”. «Sono pronto a fare questa [conversazione] in qualsiasi momento. Sarò anche pronto per un incontro, se lo vorrà», ha detto Putin durante l’annuale sessione di domande e risposte della conferenza stampa di fine anno.

Putin ha aggiunto che non vede Trump da più di quattro anni. «Noi siamo pronti a negoziati, ma abbiamo bisogno che gli ucraini siano pronti a negoziati e a compromessi» per mettere fine al conflitto. Così Putin, aggiungendo che «la politica è l’arte del compromesso e i negoziati sono un compromesso». «Alla fine del 2022 avevamo già raggiunto un accordo. Poi chissà perché la parte ucraina ha rinunciato: è arrivato il vostro alleato, il signor Boris Johnson, quell’uomo con i capelli strani, e ha detto che loro dovevano combattere fino all’ultimo ucraino. Infatti, tra poco finiranno gli ucraini, almeno quelli che vogliono combattere». La Russia negozierà e firmerà accordi di pace solo con “il legittimo leader dell’Ucraina”, quindi dopo elezioni presidenziali di Kiev, rimarca lo zar del Cremlino, spiegando che Mosca parlerà con Volodymyr Zelensky (il cui mandato è scaduto a maggio) “solo se andrà ad elezioni e sarà rieletto”. «Se il leader ucraino è illegittimo allora lo è tutta la struttura di potere», ha aggiunto. La Russia, quindi, è disponibile a “condurre un dialogo senza precondizioni” con l’Ucraina, “ma sulla base” di quello che Putin chiama “il processo negoziale di Istanbul 2022” e “sulla base della realtà che sta prendendo forma sul capo oggi”.

Una forma che Putin plasma a uso interno. La situazione nel conflitto in Ucraina sta cambiando “drasticamente” e la Russia si avvicina al raggiungimento dei suoi “obiettivi prioritari”. «La situazione è ormai cambiata radicalmente. Avanziamo lungo l’intera linea del fronte. Non di 100, 200, 300 metri: i nostri soldati guadagnano territorio a chilometri quadrati. Ci stiamo avviando verso il raggiungimento degli obiettivi delineati all’inizio di questa vicenda». Ci sarebbe il “problemino”, che tanto “ino” non è, del Kursk occupato dalle truppe di Kiev. Putin rassicura la platea, e sembra mettere la questione Kursk come nodo da sciogliere prima di cominciare qualunque negoziato. «Non posso e non voglio fornire la data precisa di quando la regione verrà liberata. Ma assicuro che lo faremo, è la cosa più importante per noi». E nel dire questo, fa spiegare alle sue spalle la bandiera della 155ª brigata di marines della Flotta del Pacifico, che sta combattendo nella regione di Kursk. «Uno dei tanti regali che ricevo regolarmente dai nostri ragazzi».

Sul nucleare, nulla di nuovo, se non una velata minaccia rivolta ai Paesi che non ce l’hanno. «Se questi Stati, come i loro alleati, creano minacce alla sovranità del nostro paese, allora crediamo di avere il diritto di impiegare anche contro di loro la nostra arma nucleare». Per dimostrare che sul piano della forza militare la sua Russia non ha niente da invidiare all’iperpotenza americana, Putin ha sfidato gli Usa a un “duello tecnologico” relativo al nuovo missile russo balistico ipersonico Oreshnik per dimostrare che non può essere abbattuto dalle difese aeree occidentali. «Possono designare un obiettivo a Kiev, e vedere se riescono ad abbatterlo, vorremmo veramente fare questo esperimento», ha affermato Putin, aggiungendo che il missile ha ora una gittata di 5.500 chilometri. In vena di ricordi, e di messaggi per niente subliminali, Putin ha citato Silvio Berlusconi tra i leader del passato con cui prenderebbe una tazza di tè se ne avesse la possibilità. Insieme a quello dell’ex presidente del Consiglio italiano, Putin ha fatto i nomi anche dell’ex cancelliere tedesco, Helmut Kohl, e dell’ex presidente francese, Jacques Chirac. E aggiunge: «Nonostante quello che succede ora, noi percepiamo nella società italiana una certa simpatia per la Russia, così come noi l’abbiamo per l’Italia». Per concludere che «il cavaliere ha fatto molto per lo sviluppo dei rapporti tra Italia e Russia».

Poi un’ammissione di colpa. Non sua, ovviamente. L’uccisione in un attentato a Mosca del generale Igor Kirillov e di un suo assistente è stato il risultato di “gravi errori” dei servizi speciali russi, afferma Putin. Quello che è avvenuto «Significa che le nostre forze dell’ordine e i nostri servizi speciali lasciano passare questi colpi. Dobbiamo migliorare questo lavoro e non permettere errori così gravi», avverte il presidente russo, citato dall’agenzia Interfax. C’è spazio e tempo per il bilancio di una vita ai vertici. «Credo di non aver solo salvato la Russia, credo che ci siamo allontanati dall’orlo dell’abisso, perché tutto quello che è successo alla Russia prima e dopo [le dimissioni di Boris Eltsin] ci ha portato alla completa perdita della nostra sovranità. E senza sovranità la Russia non può esistere come stato indipendente», proclama Putin. Lo riporta Ria Novosti. «Ho fatto di tutto per garantire che la Russia fosse una potenza indipendente e sovrana, in grado di prendere decisioni nel proprio interesse e non nell’interesse di quei paesi che l’hanno attirata a sé, dandole pacche sulla spalla per usarla per i propri scopi», ha aggiunto il capo del Cremlino.

Dallo zar al presidente in mimetica. «Vladimir Putin è il vero nazista di oggi e parla di de-nazificare l’Ucraina, vive nella sua bolla». Ed ancora: «Penso che Putin sia un pericolo molto grande per tutti, pericoloso perché a lui non interessa nulla. È pazzo, penso. E credo che lo pensi anche lui. Lui ama uccidere». Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al termine dell’incontro con i leader Ue rispondendo ad una domanda sui cosiddetti negoziati di pace all’inizio della guerra. «Voleva privarci del nostro futuro, delle nostra indipendenza, mantenerci nella sfera russa, toglierci l’esercito: questo non è un accordo», ha detto. «Voglio condividere [con Trump] più dettagli: conto di avere tempo per parlare, pensare, ascoltare la sua visione e mostrargli la nostra. Spero che mi capirà, perché penso che siamo solo persone e abbiamo le stesse emozioni», dice Zelensky in conferenza stampa al Consiglio europeo. «Trump è una persona forte, è importante che sia dalla nostra parte e ci aiuti a fermare la guerra», ha aggiunto. «Non possiamo vivere con un conflitto congelato sul nostro terreno, la gente deve sapere cosa succede dopo per avere una tregua, altrimenti significa congelare un conflitto. Abbiamo bisogno di garanzie di sicurezza». A una domanda sulle capacità europee di sopperire a un possibile calo del supporto statunitense, Zelensky reitera la necessità di unità transatlantica. «È difficile sostenere l’Ucraina senza l’aiuto americano. Ne discuteremo con il presidente Trump quando sarà alla Casa Bianca».

Non sarà una discussione facile per il presidente ucraino. D’altro canto, secondo l’ultima rilevazione condotta da Gallup, il più accreditato istituto di ricerca americano, il 52% degli ucraini è favorevole a “una qualche concessione territoriale” pur di chiudere rapidamente un conflitto giunto al 1.030° giorno (dati raccolti nell’ottobre 2024). Per tornare a Mosca, dopo due settimane di silenzio, Putin dice finalmente la sua sulla Siria. «Quelli che la pagano vorrebbero presentare quello che è successo come una nostra sconfitta. Vi assicuro che non è così. Arrivammo in Siria dieci anni fa perché non fosse creata un’enclave terroristica tipo quello che avevamo visto in altri paesi, ad esempio in Afghanistan. Nel complesso abbiamo conseguito il nostro scopo. Anche i gruppi che allora combattevano contro il governo di Assad hanno cambiato pelle. Lo dimostra il fatto che ora molti paesi europei e gli Usa vorrebbero stabilire rapporti con loro».

Intanto, la Russia ha trasferito aerei, sistemi avanzati di difesa antiaerea e altri equipaggiamenti – oltre a personale militare – dalle sue basi in Siria alla Libia, nutrendo così l’ambizione di mantenere una base strategica nel Mediterraneo dopo il crollo del regime ‘amico’ di Bashar al Assad: lo scrive il Wall Street Journal, citando fonti informate statunitensi e libiche. Fra i materiali trasferiti probabilmente in Cirenaica, anche radar per i sistemi missilistici antiaerei S-300 e S-400, scrive il Wsj, citato dall’israeliano Ynet. Basi navali russe alle porte dell’Italia. Presidente Meloni, ne sapeva niente?

20 Dicembre 2024

Condividi l'articolo