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Shutdown negli Stati Uniti, Trump bocciato dai suoi: i Repubblicani votano contro il piano del presidente

Shutdown negli Stati Uniti, Trump bocciato dai suoi: i Repubblicani votano contro il piano del presidente

Donald Trump incassa una prima, bruciante sconfitta politica. Giovedì sera la Camera degli Stati Uniti, dove i suoi Repubblicani hanno la maggioranza, ha bocciato il piano per evitare lo “shutdown”, ovvero la sospensione di tutte le attività non essenziali del governo federale degli Stati Uniti.

Il piano, proposto e sostenuto dallo stesso Trump, non ha passato lo scoglio del voto della Camera: non solo i Repubblicani non hanno ottenuto i due terzi dei voti richiesti, ma 38 di loro hanno votato contro il piano assieme ai Democratici. Il voto ha fatto registrare 174 ‘sì’ e 235 ‘no’.

Il piano proposto da Trump era arrivato dopo che il presidente eletto, su chiaro pressing di Elon Musk, che aveva avviato su X una campagna di pressione sui deputati Repubblicani, aveva intimato di respingere un precedente accordo raggiunto tra il GOP e i deputati Democratici.

Con l’intermediazione dello speaker della Camera, il Repubblicano Mike Johnson, Trump aveva proposto un nuovo accordo in cui erano state tolte alcune delle spese previste nel primo, che prevedeva una legge di spesa provvisoria che punta a mantenere il governo finanziato fino a metà marzo, fornendo contemporaneamente oltre 100 miliardi di dollari in aiuti per disastri naturali e agricoltura.

Il cambiamento più importante era stato quello di sospendere per due anni il “tetto al debito”, ovvero la quantità di denaro che il governo Usa può prendere in prestito sui mercati internazionali e che deve essere autorizzato periodicamente dal Congresso. Una proposta che ha trovato la contrarietà di una importante fetta del Partito Repubblicano, in particolare quelli dell’ala ultra-liberista secondo cui non si può sospendere il “tetto del debito” senza prima adottare drastici tagli alla spesa pubblica, come auspicato in primis dal “presidente-ombra” Elon Musk.

La Casa Bianca ha denunciato attraverso la sua portavoce, Karine Jean-Pierre, che i Repubblicani “che rispondono agli ordini dei loro benefattori miliardari a spese degli americani che lavorano duramente” e “si stanno rimangiando la parola data di sostenere un accordo bipartisan”. “Stanno presentando un disegno di legge che spiana la strada agli sgravi fiscali per i miliardari, tagliando al contempo i programmi critici su cui contano le famiglie dei lavoratori”, ha lamentato. Il presidente Joe Biden, ha aggiunto, “sostiene l’accordo bipartisan per tenere aperto il governo, aiutare le comunità che si stanno riprendendo dai disastri e ridurre i costi, non questo regalo ai miliardari che i repubblicani stanno proponendo all’ultimo minuto”.

Il Congresso ha ancora tempo fino alla mezzanotte di venerdì per evitare lo shutdown: lo “spegnimento” comporterebbe la sospensione di di tutte le attività non essenziali del governo federale. In sostanza tutto il settore pubblico federale che non è polizia, vigili del fuoco, gestione del traffico aereo e delle infrastrutture di base si dovrà fermare, lasciando a casa i dipendenti senza stipendio.

L’ultimo “shutdown”, avvenuto tra fine 2018 e inizio 2019, lasciò temporaneamente senza lavoro 800mila dei due milioni di impiegati federali degli Stati Uniti.