Sarà Vincenzo Carbone il nuovo direttore dell’Agenzia delle Entrate, l’organo del ministero dell’Economia istituito nel 1999 per conto del quale conduce accertamenti e controlli fiscali. La scelta è stata ufficializzata dal Consiglio dei ministri, dopo il caotico e polemico addio di Ernesto Maria Ruffini, sul quale alcuni giornali avevano ipotizzato l’avvio di una carriera politica come leader di una coalizione con i partiti del centrosinistra e il centro. Ruffini aveva smentito.
Carbone resterà in carica fino alla scadenza del mandato del predecessore, a gennaio del 2026. Ha 61 anni e da tempo è dirigente dell’Agenzia delle Entrate, ha ricoperto diversi incarichi sia a livello centrale che a livello regionale. Da ottobre 2024 è direttore vicario dell’Agenzia. Classe 1963, originario di Palma Campania, laureato in Giurisprudenza, Carbone è entrato nell’Amministrazione finanziaria nel 1990. Dopo aver ricoperto diversi incarichi a vari livelli nell’Agenzia, dal 2005 ha guidato l’ufficio Contenzioso tributario presso la Direzione centrale Normativa e Contenzioso dove successivamente ha assunto anche l’incarico di capo ufficio Registro.
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È stato a capo dell’ufficio Analisi e ricerca in Campania; dal 2009 al 2014 ha svolto il ruolo di capo ufficio Fiscalità delle imprese e finanziaria presso la Direzione regionale del Lazio. Dal 2014 è passato alla guida delle Direzioni provinciali I e II di Roma. Nel 2020 è diventato direttore centrale Grandi contribuenti e internazionale e nel 2022 è stato nominato direttore centrale Grandi contribuenti e internazionale con funzioni di capo divisione Contribuenti aggiunto. Nel 2023 è stato nominato Commendatore al merito della Repubblica Italiana. Lo stesso anno è stato incaricato del vertice per il coordinamento delle attività finalizzate all’attuazione della Riforma fiscale.
Gli altri nomi circolati nei giorni scorsi erano stati quello di Roberto Alesse, alla guida dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, e quello di Gabriella Alemanno, commissaria della Consob nominata dal governo nel maggio 2023. Secondo quanto scrive l’ANSA, la nomina è una scelta di compromesso tra le forze di maggioranza mentre nei giorni scorsi si era tenuto un braccio di ferro all’interno del ministero dell’Economia, in particolare tra Lega e Fratelli d’Italia, tra il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e il suo vice, Maurizio Leo. Il compromesso detta un mandato di un anno e la vera decisione rimandata al 2025.