Ieri in prima serata e in diretta sulla Rai
Com’è ‘Natale in casa Cupiello’ di Vincenzo Salemme: perché lo spettacolo ha diviso il pubblico
L'intelligenza e la bravura dell'attore e regista è stata quella di non 'imitare' Eduardo De Filippo. Ma forse, è stato proprio l'aver cucito su se stesso il ruolo di Lucariello ad aver spaccato in due gli spettatori
Spettacoli - di Andrea Aversa
Vincenzo Salemme ha di sicuro vinto la partita degli ascolti. La sua versione di ‘Natale in casa Cupiello‘ ha conquistato oltre 3 milioni di spettatori, raggiungendo il 20% di share. E se i numeri hanno espresso un giudizio netto sul gradimento dello spettacolo (andato in onda ieri sera, in prima serata e in diretta sulla Rai), non altrettanto hanno fatto le opinioni del pubblico. Da ieri sera sui social le persone si sono divise tra chi ha apprezzato e chi no la commedia di Eduardo De Filippo, portata per l’ennesima volta in scena.
Com’è ‘Natale in casa Cupiello’ di Vincenzo Salemme
Salemme ha proposto una sceneggiatura estremamente fedele a quella originale. L’unica differenza e che non ha ‘osato’ imitare o fare ‘il verso’ ad Eduardo. La scelta, intelligente, del regista, attore e sceneggiatore, è stata quella di rappresentare un Lucariello diverso. Un ruolo cucito a posta per lui e sul modo che lui ha di interpretare un personaggio. Dunque, il Lucariello di Salemme – se così possiamo dire – è stato più ‘comico’ e meno drammatico di quello Eduardiano. E forse è stata questa ‘forzatura’ a non aver convinto tutti.
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Perché lo spettacolo ha diviso il pubblico
Il problema, però, quando si porta in scena una commedia di De Filippo e si interpreta un ruolo che è stato di Eduardo, è che lo spettatore tende in automatico a fare il paragone con il passato. Processo tanto naturale quanto sbagliato. Naturale perché Eduardo De Filippo, con le sue storie e le sue interpretazioni, è immortale e irraggiungibile. Sbagliato perché una commedia teatrale deve restare a disposizione di chi vuole portarla in scena e magari offrirne una diversa interpretazione.
La scelta di Vincenzo Salemme
Salemme stia tranquillo, l’aver voluto portare sul palco il suo Maestro – alla soglia dei 70 anni, dopo decenni di rispettabile gavetta e carriera – è stato un grande atto d’amore. E ciò, insieme alla passione con la quale l’autore lo ha fatto, sono stati aspetti chiari e assolutamente percepiti. Pazienza se la cosa non è piaciuta, del resto non è compito di un commediante voler convincere per forza il suo pubblico. Il principio di libertà pretende che ci siano opinioni discordanti. Rispettare chi sta in platea vuol dire anche fare tale mestiere con il cuore. E questo obiettivo Salemme lo ha di certo raggiunto.