Aveva 100 anni

È morto Jimmy Carter: addio al più longevo ex Presidente USA, Premio Nobel per la Pace nel 2002

Coltivatore di arachidi, governatore, eletto da outsider. "Non è stata l'America a inventare i diritti umani, ma i diritti umani ad aver inventato l'America"

Esteri - di Redazione Web

30 Dicembre 2024 alle 09:46

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FILE – Egyptian President Anwar Sadat, left, U.S. President Jimmy Carter, center, and Israeli Prime Minister Menachem Begin clasp hands on the north lawn of the White House after signing the peace treaty between Egypt and Israel, March 26, 1979, in Washington. (AP Photo/ Bob Daugherty, File) Associated Press/LaPresse
FILE – Egyptian President Anwar Sadat, left, U.S. President Jimmy Carter, center, and Israeli Prime Minister Menachem Begin clasp hands on the north lawn of the White House after signing the peace treaty between Egypt and Israel, March 26, 1979, in Washington. (AP Photo/ Bob Daugherty, File) Associated Press/LaPresse

La scorsa estate aveva espresso il suo desiderio di poter vivere abbastanza a lungo per poter votare per Kamala Harris alle elezioni per il Presidente degli Stati Uniti. Non è andata come voleva Jimmy Carter, ha vinto Donald Trump. Lui intanto a ottobre aveva compiuto 100 anni. Il più longevo Presidente degli USA, vissuto abbastanza a lungo per vedere la propria legacy plasmarsi, cambiare, riscoperta. È morto nella sua casa a Plains, in Georgia. Lo ha fatto sapere il figlio James E. Carter III. Alla Casa Bianca per un solo mandato, quello che lo aveva visto eletto nel 1976, ha vinto anche un Premio Nobel per la Pace.

Quando venne eletto, divenne il primo presidente del profondo sud dal 1837. Coltivatore di arachidi, veterano della Marina, era stato governatore della Georgia dal 1971 al 1975 dopo essere stato senatore. Divenne il 39esimo Presidente con una forte maggioranza democratica in Congresso. Ad aiutarlo, nella sua corsa sia all’interno del Partito Democratico che nella campagna per la Casa Bianca, la sua figura di outsider. Mascotte della campagna fu una grande scultura in legno che raffigurava un arachide con un sorriso che ricordava quello dello stesso Carter. Ebbe la meglio sul candidato repubblicano Gerald Ford.

Gli accordi tra Israele ed Egitto

Entrò nella Storia con la “S” maiuscola quando si fece negoziatore, nel 1978, degli accordi di Camp David, in Maryland: accordi di pace tra Israele ed Egitto, firmati dal primo ministro dello Stato Ebraico Menachem Begin e il Presidente egiziano Anwar Sadat. Le trattative andarono avanti per quasi due settimane. L’intesa contemplava un processo per l’autogoverno palestinese in Cisgiordania e a Gaza, una bozza di trattato di pace tra Tel Aviv e Il Cairo e tra Israele e gli altri Paesi del Medio Oriente. A seguito degli accordi, la penisola del Sinai fu smilitarizzata e le navi israeliane ottennero libero passaggio nel Canale di Suez.

La sua presidenza fu complicata dalla crisi energetica dopo la guerra dello Yom Kippur e lo shock petrolifero. Le sue trattative sulle armi nucleari con Mosca vennero interrotte dall’invasione dell’Afghanistan dell’Unione Sovietica, da cui scaturì anche il boicottaggio dei Giochi di Mosca. Per il Washington Post è stato “un governatore del Sud senza fronzoli e dalla volontà d’acciaio che fu eletto presidente nel 1976, fu respinto dagli elettori disillusi dopo un solo mandato e continuò una straordinaria vita post-presidenziale che includeva la vittoria del Premio Nobel per la Pace”. Fu sconfitto nel 1980 dal candidato conservatore Ronald Reagan. A pesare fu anche la crisi dei 52 ostaggi statunitensi in Iran il 4 novembre del 1979, dopo la rivoluzione che portò alla Repubblica islamica. Ad aprile 1980 otto militari americani furono uccisi in una missione di salvataggio fallita.

La vittoria del Premio Nobel per la Pace

Dopo aver perso le elezioni del 1980, Carter istituì la sua fondazione. “Non è stata l’America a inventare i diritti umani, ma i diritti umani ad aver inventato l’America”, disse nel corso di una delle sue missioni di pace. Nel 2022 ricevette il Premio Nobel per la Pace per “l’impegno instancabile decennale per trovare soluzioni pacifiche ai conflitti internazionali, per far avanzare la democrazia e i diritti umani, e per promuovere lo sviluppo economico e sociale”.

Carter aveva perso la moglie Rosalynn nel novembre del 2023, a 96 anni. Erano sposati da oltre 77 anni: il matrimonio più lungo nella storia dei Presidenti USA. Carter, seduto in prima fila su una sedia a rotelle, era apparso l’ultima volta in pubblico proprio alle esequie della consorte. Nel 1977 scrisse un messaggio di tre paragrafi che venne inserito in una delle sonde spaziali del programma Voyager della NASA, tutt’ora in viaggio nello spazio interstellare: “Questo è un regalo di un piccolo e distante pianeta, un frammento dei nostri suoni, della nostra scienza, delle nostre immagini, della nostra musica, dei nostri pensieri e sentimenti”.

Le cause della morte non sono state rese note. A febbraio 2023 il Carter Center aveva spiegato in una nota che dopo le cure per una forma particolarmente aggressiva di melanoma, un tumore alla pelle che si era diffuso a fegato e cervello, aveva interrotto ulteriori trattamenti per le sole cure palliative a casa. Il Presidente in carica Joe Biden ha programmato funerali di Stato per il prossimo 9 gennaio. Da domenica le bandiere degli USA sventoleranno a mezz’asta per 30 giorni. “L’America e il mondo hanno perso un leader straordinario – ha dichiarato Biden – È stato un uomo di carattere e coraggio, speranza e ottimismo, un uomo di principio, fede e umiltà. Ci ha mostrato che siamo un grande paese perché siamo persone brave, onorevoli, coraggiose, umili e forti”.

30 Dicembre 2024

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