La strage senza fine
Ennesima strage in mare, 27 persone provenienti dalla Tunisia naufragate e morte: tra loro alcuni bambini
Erano su due barchini partiti dalla Tunisia e diretti in Italia. Uno è colato a picco, l’altro s’è rovesciato. 83 sono stati salvati dalla Guardia Costiera. Tra i morti diversi bambini
Cronaca - di Redazione Web
C’è un nuovo naufragio al largo della Tunisia. La Guardia Costiera di Tunisi ha raccolto 27 corpi senza vita. E ha salvato una ottantina di persone. Non conosciamo il numero dei dispersi. Né esattamente la dinamica del naufragio.
La Tunisia in questi casi è sempre molto avara di informazioni. Sappiamo solo che erano partiti su due barchini un certo numero di profughi, forse 120 ma forse di più. E che dopo un tratto breve di navigazione, ancora in acque tunisine, uno dei due barchini è colato a picco. Forse quelli dell’altro barchino hanno compiuto qualche manovra per provare a salvare un po’ di naufraghi, ma devono avere sbagliato qualcosa e anche il secondo barchino si è rovesciato. Hanno lanciato l’allarme coi cellulari e la marina tunisina è intervenuta probabilmente circa un’ora dopo l’incidente. Sicuramente almeno 27 persone sono morte. Alcune di loro erano bambini, ma le autorità di Tunisi non forniscono il numero.
Voi sapete che il giorno precedente, è cioè la notte di capodanno, un’altra piccola barca proveniente dalla Tunisia aveva fatto naufragio al largo di Lampedusa. A poche bracciate da terra. 20 morti, tra i quali sicuramente tre bambini. Un quarto bambino salvato dallo zio che è riuscito ad afferrarlo mentre stava andando a fondo. Ma non è riuscito a salvare la madre che è affogata. Sta diventando molto difficile tenere la contabilità di questo sterminio. Però non ci vuole molto a capire che si tratta di uno sterminio. E che ci sono delle responsabilità. Pensate solo un momento se queste persone invece che venire dall’Africa, o dall’Asia, fossero italiane. Conosciuti nel loro paese, dagli amici, dalle famiglie.
E pensate che ciascuno di questi morti non è solo un dato statistico, è una persona, un individuo, come te, come me, che si è trovato in mare, con le onde alte, e forse non sapeva nuotare, e che ha gridato aiuto, ed è andato sott’acqua, poi è riemerso, ha tirato il fiato, poi di nuovo giù, e ha provato a non respirare, per un minuto, o forse di più, e si sbracciava per tornare a galla, e poi non ce l’ha fatta più, ha respirato, ha riempito i polmoni d’acqua e si è sentito strozzare, e poi morire piano piano, disperato, sofferente, senza che nessuno potesse dirgli una parola.
Questo succede. Ieri è successo moltiplicato per 27. Nel corso del 2024 si è moltiplicato per quasi 2000. E noi? E i nostri giornali? E le autorità politiche? Noi ce ne infischiamo. Raccogliamo le statistiche. Ci sono ministri dell’Interno che se le sbattono in faccia le statistiche. Ne fanno moneta politica al mercato. “Io ne ho fatti sbarcare più di te. Tu mi hai fatti morire più di me…” E ci si gioca il posto. E i voti nelle urne. Scriveranno gli storici di queste cose? E i nostri nipoti le leggeranno a scuola? E che penseranno di noi? E del ministro Piantedosi, e dei ministri precedenti, e dei presidenti del Consiglio? Questo articolo finisce qui. Temo che molto presto ne scriveremo un altro.