Il volo segreto della premier

Meloni vara il nuovo fascismo, l’eversione della premier che ignora istituzioni: la concezione proprietaria del potere

Le istituzioni ignorate e vilipese. La famosa “nazione” ridotta al proprio cortiletto di casa. Non so se questo modo nuovo di intendere lo Stato abbia a che fare col vecchio fascismo. Però alcuni caratteri comuni ci sono e sono evidenti.

Editoriali - di Piero Sansonetti

7 Gennaio 2025 alle 14:30

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Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse
Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse

Ora sappiamo cos’è il fascismo del terzo millennio. La privatizzazione dello Stato. Il completo dominio di un trinomio che sostituisce la vecchia separazione dei poteri: Corporation (economia, tycoon), Burocrazia, Magistratura. Tra queste tre colonne ci potranno essere anche momenti di conflitto, ma le possibilità di mediazione prevarranno, perché tutte e tre hanno sconfitto il nemico comune: la politica. Cioè la democrazia.

Il viaggio solitario di Giorgia Meloni a Mar-a-Lago, a casa Trump, è di una gravità incredibile. Non ricordo altri precedenti così smaccatamente eversivi nella storia della Repubblica. Le istituzioni ignorate e vilipese. La famosa “nazione” ridotta al proprio cortiletto di casa. Le autorità dello Stato ignorate. Il Parlamento messo in caricatura. E poi la scelta di cedere a un imprenditore privato un pezzo enorme di potere sull’Italia. Creando, probabilmente, una situazione irreversibile di subordinazione dello Stato Italiano a un brillante imprenditore con simpatie naziste.

Non so se questo modo nuovo di intendere lo Stato abbia a che fare col vecchio fascismo. Sono passati molti anni, è chiaro che le condizioni sono cambiate e anche che il contesto politico impedisce, credo, il totalitarismo che caratterizzò il regime di Mussolini. Però alcuni caratteri comuni ci sono e sono evidenti. A partire dall’idea di fondo: “Ho vinto le elezioni e ora il potere è mio e non devo risponderne a nessuno”. È la concezione proprietaria. Il fascino dell’assolutismo. La chimera del Re Sole che diceva: “Lo Stato sono io”.

Nei prossimi giorni vedrete che si accenderanno le polemiche per le celebrazioni dell’eccidio di Acca Larentia, la strada di Roma dove quasi mezzo secolo fa furono uccisi a freddo tre ragazzi fascisti. Due dai terroristi di sinistra e uno da un carabiniere. Ci saranno i soliti saluti romani, gli Eja Eja, e poi la richiesta al governo di condannare il fascismo. Ma dico io: vi pare che il pericolo per la democrazia verrà da quei ragazzi (o settantenni) nostalgici? Lasciate perdere, per favore. Pensate al disastro, forse irreparabile, che sta producendo la Meloni.

7 Gennaio 2025

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