Oggi si procederà con l’inizio del voto
Separazione delle carriere, alt del governo agli emendamenti di Forza Italia: “Bisogna correre”
I forzisti rinunciano alla proposta di cancellare il sorteggio per la scelta dei laici dei due Cdm, che aveva irritato gli alleati. Nordio: “La riforma va blindata”
Giustizia - di Angela Stella
La «madre di tutte le riforme», ossia la separazione delle carriere, non può subire scossoni né decelerazioni: dunque Forza Italia ieri ha deciso di ritirare gli emendamenti al ddl costituzionale che sopprimevano dal testo il sorteggio per la scelta dei membri laici dei due Consigli superiori della magistratura, previsti dalla modifica dell’ordinamento giudiziario, lasciando in piedi l’innovativo meccanismo di selezione solo per i membri togati.
L’emendamento non era stato concordato con gli altri due azionisti di maggioranza: Fratelli d’Italia comunque ci avrebbe ragionato, la Lega si era detta invece contraria. Questa iniziativa in solitaria degli azzurri aveva creato delle frizioni, non è escluso anche della contrarietà del Ministro Nordio che a fine ottobre aveva chiesto alle forze politiche di presentare solo emendamenti condivisi da tutti. La decisione di non sottoporre al voto dell’Aula gli emendamenti è maturata dopo un incontro avvenuto in tarda mattinata alla Camera tra il responsabile di Via Arenula e i massimi vertici di Forza Italia: il vice ministro Francesco Paolo Sisto, il capogruppo alla Camera Paolo Barelli, il presidente della Commissione Affari Costituzionali Nazario Pagano, a cui si sono poi aggiunti Enrico Costa e Tommaso Calderone, capogruppo di Fi in Commissione giustizia e primo firmatario dell’emendamento che ha spiegato: «abbiamo deciso di ritirare gli emendamenti perché l’obiettivo primario è non rallentare l’iter legis. Bisogna andare spediti in quanto la priorità è la separazione delle carriere, ossia un giudice terzo e imparziale. Poi con legge ordinaria vedremo come declinare il sorteggio per i membri laici del Csm».
Subito dopo Nordio si è recato a Palazzo Chigi ad incontrare il sottosegretario Alfredo Mantovano: «L’incontro – ha spiegato il Guardasigilli al termine – è stato determinato dal fatto che sono stati presentati degli emendamenti da parte di una forza della maggioranza alla legge costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati. La discussione inizierà alle 16.30 (quando chiudiamo il giornale ancora non è iniziato il dibattito sulla pregiudiziale di incostituzionalità, ndr) e noi abbiamo dovuto, in un certo senso, ricomporre questa dialettica interna perché il provvedimento deve essere blindato. che la separazione delle carriere deve procedere in assoluta armonia. Attualmente la mia principale preoccupazione è la separazione delle carriere». Ha aggiunto Nordio: «Eventuali correzioni porterebbero a uno slittamento di quello che per noi è la madre di tutte le riforme e quindi abbiamo raggiunto un accordo e questi emendamenti saranno gestiti in un altro modo».
Come? Attraverso una legge ordinaria che, ovviamente, sarà elaborata solo se passerà il referendum a favore della riforma. Il ddl costituzionale prevede che i membri laici «sono estratti a sorte, per un terzo, da un elenco di professori ordinari di università in materie giuridiche e di avvocati con almeno quindici anni di esercizio, che il Parlamento in seduta comune, entro sei mesi dall’insediamento, compila mediante elezione». Il sorteggio dunque rimarrà anche per i membri non togati ma l’obiettivo della maggioranza è quello di dare maggiore centralità al Parlamento nel momento in cui si scriverà la legge ordinaria di applicazione della norma.
Intanto ieri è stato raggiunto un accordo per la discussione sulla riforma: dieci minuti aggiuntivi per ciascun gruppo e cinque per ogni componente del gruppo misto per discutere del complesso di articoli ed emendamenti presentati al ddl costituzionale. La decisione è stata presa dalla presidenza della Camera dopo la richiesta arrivata da Federico Fornaro (Pd) e Francesca Ghirra (Avs) che si lamentavano della «oggettiva riduzione dei tempi» di discussione a causa del combinato disposto dell’applicazione del nuovo regolamento di Montecitorio (alla sua prima applicazione) e il contingentamento stabilito dalla presidenza.
«Il contingentamento disposto dalla presidenza comprende tutte le fasi fino al voto finale», ma per la «particolare rilevanza del provvedimento», la presidenza ha concesso la deroga dei dieci minuti aggiuntivi, in modo da «garantire l’estensione del dibattito e la certezza dei tempi e della conclusione», ha detto il vicepresidente Costa. Oggi si procederà con l’inizio del voto degli emendamenti delle opposizioni, circa 180, per la maggior parte soppressivi. In particolare una settantina dal Partito democratico, 56 dal Movimento Cinque Stelle, 36 da Alleanza Verdi e Sinistra e 7 da Italia Viva. Nessun emendamento da Più Europa, né da Azione.