Il processo
Caso Stormy Daniels, Trump colpevole ma non andrà in carcere: sarà il primo presidente Usa pregiudicato
Colpevole, ma non andrà in carcere. È la decisione del giudice della Corte di New York Juan M. Merchan al termine del processo nei confronti del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump per il caso Stormy Daniels, ovvero per i pagamenti illeciti del tycoon nei confronti dell’ex attrice di film porno, avvenuti nel 2016 per coprire una loro relazione clandestina avvenuta dieci anni prima.
Lo scorso maggio Trump era stato giudicato colpevole di 34 capi di accusa da una giuria. Oggi il giudice Merchan, pur riconoscendo Trump colpevole dei reati, ha stabilito che non finirà in carcere e sarà “dispensato” dalla pena, anche dalla multa: i giudici negli Stati Uniti possono infatti anche stabilire di non condannare un imputato che ha ricevuto un verdetto di colpevolezza da una giuria popolare. Per Trump è stato dunque disposto un “rilascio incondizionato”, senza detenzione o sanzioni.
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“Tra i poteri della presidenza degli Stati Uniti non c’è quello di cancellare il verdetto di una giuria”, ha detto in aula il giudice Merchan. Il quale ha proseguito: “Le protezioni garantite al presidente non sono un fattore attenuante. Non riducono la gravità del crimine nè ne giustificano in alcun modo la commissione”.
Trump rischiava fino a quattro anni di carcere ma la vittoria alle elezioni presidenziali contro Kamala Harris avrebbe reso la sua incarcerazione un rebus, motivazione che ha spinto Merchan a non condannarlo. Lo ha ricordato lo stesso giudice in aula: “Sono stati i cittadini di questa nazione a decidere che lei debba godere di protezioni come la clausola di supremazia e l’immunità presidenziale“, ha detto il giudice rivolgendosi al presidente eletto al quale alla fine ha augurato “buona fortuna per il secondo mandato”.
Soltanto pochi giorni fa la Corte Suprema degli Stati Uniti, pur essendo ad ampia maggioranza composta da giudici conservatori (sei su tre), aveva respinto la richiesta avanzata da Trump di sospendere la lettura della sentenza prevista oggi. Resta ovviamente l’onta mediatica e storica per Trump di arrivare il prossimo 20 gennaio alla cerimonia di insediamento alla Casa Bianca come il presidente “felon”, ovvero “criminale pregiudicato”.
Trump non era presente in aula, ma ha partecipato da remoto. Sul suo social, Truth, ha già annunciato che farà appello contro il caso: “Sono fiducioso che la giustizia prevarrà”. I patetici e morenti resti di questa caccia alla streghe contro di me non ci distrarranno”, ha aggiunto.