La discussione alla Camera

Separazione delle carriere, De Raho all’attacco: “Guai a chi tocca i PM”

“Discussione antidemocratica”, l’accusa al governo che ha blindato il testo per accelerare. Il Pd: “Primo caso di riforma costituzionale che rischia di uscire dal Parlamento così come uscita dal Cdm”

Giustizia - di Angela Stella

10 Gennaio 2025 alle 17:00

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Foto Mauro Scrobogna / LaPresse
Foto Mauro Scrobogna / LaPresse

Discussione antidemocratica, autoritarismo, colpo allo Stato di diritto: sono solo alcune delle espressioni usate ieri dalle opposizioni nell’Aula della Camera per descrivere il dibattito sul ddl costituzionale di separazione delle carriere, entrato ieri nel vivo della discussione. Com’è noto il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, chiedendo persino a Forza Italia di ritirare degli emendamenti che avrebbero previsto il sorteggio solo per i togati del Csm e non anche per i laici come scritto nel ddl, ha blindato il testo.

L’obiettivo è approvarlo quanto prima: già sono stati respinti tutti gli emendamenti in Commissione Affari costituzionali nelle settimane precedenti. Stessa sorte dovrebbero avere quelli presentati in Aula. Tuttavia ieri il voto sull’articolo 1 non è giunto al termine in quanto la maggioranza e il Governo dovranno ragionare su una proposta emendativa che in varie forme è venuta dalle opposizioni, ossia quella di garantire “un’equilibrata rappresentanza di donne e uomini” nel Csm. La modifica era stata presentata anche in Commissione ed era stata bocciata ma il vice ministro alla giustizia Sisto, che sta seguendo il dossier per Via Arenula, non aveva escluso nella fase successiva di discussione in Aula una riflessione su questo. Pertanto tutto rinviato a martedì 14 nel pomeriggio. Si tratta di una modifica che non cambierebbe l’impianto del ddl, quindi i partiti di minoranza auspicano che l’Esecutivo possa dare un parere positivo.

Ma torniamo al dibattito. Il deputato dem Federico Fornaro ha sottolineato come questo “forse sarà il primo caso in cui una riforma costituzionale rischia di uscire dal Parlamento nello stesso identico testo in cui è uscita dal Consiglio dei ministri”. Per il parlamentare del Pd “è una negazione dello spirito costituzionale, che richiede dialogo, ascolto e confronto con le opposizioni, specie quando si parla di regole che riguardano tutti. La Costituzione non è proprietà della maggioranza di turno, ma patrimonio di tutti i cittadini. Modificarla è possibile, ma richiede un approccio rispettoso e condiviso, non azioni unilaterali che indeboliscono le fondamenta della nostra democrazia”. Secondo il deputato M5S Federico Cafiero De Raho: “Se qualcosa c’è da modificare, va modificato, ma non riformando e indebolendo il pubblico ministero. Così si indebolisce la democrazia perché la giustizia è il primo baluardo, il primo pilastro della democrazia. Se si abbatte quel pilastro, non abbiamo più democrazia, abbiamo solo autoritarismo contro il quale non c’è difesa. E cosa si sta facendo? Non solo si separano le carriere, ma si toglie tutto ciò che è il pilastro e la difesa dei magistrati: il Consiglio superiore della magistratura”.

Per la maggioranza ha preso a lungo la parola il deputato di Forza Italia, Enrico Costa, che innanzitutto ha replicato al collega pentastellato, a voler dire che fare i pm, avere visibilità grazie a quello che lui definisce “marketing giudiziario” ripaga in politica: “Gli ultimi tre Procuratori Antimafia sono diventati: uno deputato europeo del Pd, l’altro, anche Presidente del Senato per lo stesso partito e, oggi, il collega Cafiero De Raho, deputato”. Costa ha poi aggiunto: “ho letto che il Csm si è espresso contro. E ci credo” visto che “è composto dai rappresentanti delle correnti”. Quindi, ha puntato il dito contro il Pg della Cassazione, Luigi Salvato, “che ha votato contro la riforma”: è “lo stesso che riceve dalle 1.800 alle 2.000 segnalazioni disciplinari ogni anno e ne archivia il 95%?”, si è chiesto. E il Csm “è lo stesso che tra il 2018 e il 2023 ha comminato sanzioni disciplinari a 9 magistrati, a fronte di 4.368 persone risarcite per ingiusta detenzione in 5 anni? Con il 99,6% di valutazioni positive?”.

Ok alla riforma anche da +Europa, con l’onorevole Benedetto della Vedova che ha detto: “Ho promosso referendum su referendum per una giustizia giusta e per la separazione delle carriere, assieme a un grande garantista liberale come Marco Pannella: non drammatizziamo questa discussione che ha radici profonde. Questa riforma arriva a compimento con la maggioranza sbagliata, ma anche le maggioranze sbagliate possono fare cose giuste perché le maggioranze giuste non le hanno fatte. Dopo questo provvedimento voglio vedervi garantisti con tutti e sempre: sui migranti, con le carceri, contro gli aumenti di pena che continuate a votare, contro i nuovi reati nazionali o velleitariamente universali. Fate un po’ di obiezione di coscienza, altrimenti distruggerete questa buona riforma”.

Contemporaneamente al dibattito in Aula, si stava tenendo la conferenza stampa della premier Meloni che sul tema ha detto due cose. La prima: a commento su una parlamentare di FdI che avrebbe detto che Mattarella fa opposizione al Governo ha risposto “Non sono d’accordo con le parole della mia parlamentare (Ylenia Lucaselli, ndr) sul presidente della Repubblica e non ho notizie di una opposizione del presidente sulla riforma della giustizia e la separazione delle carriere”. Si è poi espressa sulla bocciatura da parte del Csm della riforma: “Per carità si può sempre migliorare i provvedimenti. Se c’è la disponibilità al dialogo, se ne parla. Escludersi da qualsiasi collaborazione vuol dire impedire a noi di avere il contributo anche positivo che può arrivare dai vertici della magistratura, è una contrarietà pregiudiziale che non condivido che facciamo” ma “mi stupisce sempre il tono apocalittico col quale si risponde a qualsiasi tentativo di riforma della giustizia, come se fosse un attacco”.

10 Gennaio 2025

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