Le nuove linee guida

Ci sarà più “froc*agg*ne” nei seminari, parziali aperture dei vescovi ai gay: “Chi pratica l’omosessualità non sarà ammesso”

Per essere ammessi bisognerà mostrare fin dall'inizio "l'orientamento alla vita celibataria". La polemica sulle parole di Papa Francesco

News - di Redazione Web

11 Gennaio 2025 alle 12:18

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Pope Francis arrives for an audience with fishermen and members of the CEI, Italians Bishops Conference, in the Pope Paul VI hall at the Vatican, Saturday, Nov. 23, 2024. (AP Photo/Andrew Medichini)
Pope Francis arrives for an audience with fishermen and members of the CEI, Italians Bishops Conference, in the Pope Paul VI hall at the Vatican, Saturday, Nov. 23, 2024. (AP Photo/Andrew Medichini)

Parziali aperture della Conferenza Episcopale Italiana all’ingresso nei seminari cattolici italiani dei gay. È quanto emerso dalle linee guida pubblicate venerdì dalla CEI: per essere ammessi bisognerà mostrare fin dall’inizio “l’orientamento alla vita celibataria“. La CEI è l’assemblea permanente dei vescovi italiani della Chiesa Cattolica. È presieduta dal cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo metropolita di Bologna. Nel documento si legge di “tendenze omosessuali”, che a questo punto non potranno più essere un fattore escludente di per sé per i candidati.

Secondo le nuove linee guida infatti non ci sarà un’esclusione agli omosessuali in quanto tali ma a quelli che praticano. L’omosessualità è considerata un peccato dalla Chiesa cattolica. Di aperture ai seminaristi si discute da anni. L’anno scorso fece molto discutere la dichiarazione di Papa Francesco, in un incontro informale CEI, contrario in un primo momento alle modifiche: “C’è già troppa frociag**ne”.

I vescovi discutevano da tempo di emendare parti del Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis, il regolamento dei seminari che si trovano sul territorio italiano, per renderlo più inclusivo verso le persone omosessuali. Le nuove linee guida sono una parziale apertura, in quanto spostano l’attenzione dall’orientamento sessuale all’impegno al celibato. “Nel processo formativo, quando si fa riferimento a tendenze omosessuali” è “opportuno non ridurre il discernimento solo a tale aspetto”.

Si legge ancora che “l’obiettivo della formazione del candidato al sacerdozio nell’ambito affettivo-sessuale è la capacità di accogliere come dono, di scegliere liberamente e vivere responsabilmente la castità nel celibato”. Si ribadisce inoltre nel documento che “la Chiesa, pur rispettando profondamente le persone in questione, non può ammettere al Seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità”.

11 Gennaio 2025

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