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Caso Cecilia Sala, Nordio chiede revoca dell’arresto estradizionale per Abedini: “Nessuna prova alle accuse”
La nota del ministero della Giustizia: "Possono dar luogo all'estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti"
Esteri - di Redazione Web
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha chiesto la revoca dell’arresto estradizionale per Abedininajafabadi Mohammad detto Abedini, ingegnere iraniano considerato coinvolto nel caso dell’arresto della giornalista Cecilia Sala in Iran, liberata lo scorso 8 gennaio dopo una ventina di giorni di detenzione nel carcere di Evin, la prigione degli oppositori a Teheran, senza alcuna accusa formalizzata. La pista più quotata nella risoluzione del caso era stata proprio quella della cosiddetta “diplomazia degli ostaggi”, uno scambio di prigionieri.
“Il ministro Nordio ha depositato alla Corte di Appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti per il cittadino iraniano Abedininajafabadi Mohammad”, si legge in una nota ufficiale del ministero della Giustizia appena diffusa. ”In forza dell’art. 2 del trattato di estradizione tra il Governo degli Stati Uniti d’America e il Governo della Repubblica italiana possono dar luogo all’estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti, condizione che, allo stato degli atti, non può ritenersi sussistente”.
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“La prima condotta ascritta al cittadino iraniano di ‘associazione a delinquere per violare l’Ieepa‘ non trova corrispondenza nelle fattispecie previste e punite dall’ordinamento penale italiano; quanto alla seconda e terza condotta, rispettivamente di ‘associazione a delinquere per fornire supporto materiale ad una organizzazione terroristica con conseguente morte’ e di ‘fornitura e tentativo di fornitura di sostegno materiale ad una organizzazione terroristica straniera con conseguente morte’, nessun elemento risulta ad oggi addotto a fondamento delle accuse rivolte emergendo con certezza unicamente lo svolgimento, attraverso società a lui riconducibili, di attività di produzione e commercio con il proprio Paese di strumenti tecnologici avente potenziali, ma non esclusive, applicazioni militari”.
Il caso dell’arresto di Cecilia Sala
La 29enne giornalista de Il Foglio e Chora Media è stata arrestata per “violazione delle leggi della Repubblica Islamica, come afferma il comunicato del dipartimento dei media stranieri del ministero della Cultura e dell’Orientamento Islamico”. Per il portavoce “la comunicazione degli ultimi sviluppi e i dettagli riguardo al caso spetta al portavoce della magistratura”. Teheran aveva confermato l’arresto soltanto il 30 dicembre, in una nota in cui non si spiegavano le accuse e le ragioni della detenzione. ù
“La cittadina italiana è arrivata in Iran il 13 dicembre con un visto giornalistico ed è stata arrestata il 19 per aver violato la legge della Repubblica islamica dell’Iran. Il suo caso è sotto inchiesta. L’arresto è stato eseguito secondo la normativa vigente e l’ambasciata italiana è stata informata. Le è stato garantito l’accesso consolare e il contatto telefonico con la famiglia”.
Per Washington, che ne reclama l’estradizione, Abedini sarebbe coinvolto nel traffico di tecnologia per la costruzione di droni militari. Il mandato di arresto internazionale nei suoi confronti per associazione per delinquere, violazione delle leggi sull’esportazione e supporto ai Pasdaran, le Guardie della Rivoluzione iraniane, era stato emesso tre giorni prima del fermo in Italia da un tribunale federale del Massachusetts.