L'opera

‘L’abisso dell’oblio’, la graphic novel-capolavoro nella quale Rodrigo Terrasa e Paco Roca ricordano l’orrore del franchismo

Una sceneggiatura brillante, una storia vera e commovente, dei disegni meravigliosi. Attraverso la battaglia di Pepica Celda, figlia di Josè fucilato nel 1940, e la figura del repubblicano Leoncio Badia, costretto a lavorare come becchino, i due autori hanno restituito dignità alle vittime di uno dei più sanguinari regimi d'Europa

Cultura - di Andrea Aversa

17 Gennaio 2025 alle 20:02

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Fonte cover del fumetto
Fonte cover del fumetto

Dopo decenni dalla morte del padre, Pepica Celda ha ottenuto la vittoria di una vita. Grazie alla sua forza e alla sua determinazione, la donna ormai 80enne, è riuscita a far riesumare i resti del papà per farli identificare. Lo stesso accadrà con altre tante persone, finite nelle fosse comuni organizzate dai soldati alle dipendenze del dittatore spagnolo Francisco Franco. Questo è avvenuto grazie al supporto di varie associazioni spinte da una legge approvata dal governo Zapatero e da un team di archeologi, che ha permesso di dare nome e cognome e una degna sepoltura alle tante vittime del franchismo.

‘L’abisso dell’oblio’, la graphic novel-capolavoro di Rodrigo Terrasa e Paco Roca

Questo viaggio nella memoria, nel ricordo di ciò che è stata questa orrenda dittatura, nelle emozioni e nei tormenti delle tante famiglie che hanno visto sparire i propri cari sapendo già la tremenda sorte che li avrebbe colpiti, è stato raccontato con maestria, dolcezza e arte da Rodrigo TerrasaPaco Roca, autori della meravigliosa graphic novel ‘L’abisso dell’oblio‘. Un’opera che è storia ma anche verità e giustizia, una narrazione strutturata con continui flashback attraverso i quali è stata raccontata la battaglia di Pepica ma anche le vicende di Jose Celda e di tanti altri uomini che come lui sono stati uccisi dal regime.

Un viaggio nella storia, nella memoria per la verità e la giustizia

Una storia vera mostrata con una sceneggiatura avvincente, chiara e commovente, accompagnata da disegni splendidi e in grado di comunicare ciò che i protagonisti hanno provato e vissuto. Tra questi ce n’è uno memorabile, le cui gesta sono state fondamentali per le tante Pepica al centro del racconto: Leoncio Badia repubblicano punito e costretto a lavorare come becchino e quindi obbligato a seppellire le persone fucilate dai militari.

Gli orrori del franchismo e la dignità delle vittime del regime

Badia, dopo aver scavato le fosse, puliva e disponeva con ordine i cadaveri ma soprattutto ne conservava, ad esempio, pezzi dei loro vestiti, proprio per consentire alle mogli, alle madri, alle figlie di riconoscerli. Infine, Badia consentiva a queste donne di entrare di nascosto al cimitero per dare l’ultimo saluto ai loro cari prima di coprirne i corpi con la terra.

17 Gennaio 2025

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