Via libera all'accordo

Accordo su Gaza tra Hamas e Israele, cosa prevede la tregua e perché promette una nuova guerra

Tra l’entrante alla Casa Bianca (Trump ) e il dimissionario, quanto affezionato, ministro (Ben-Gvir), Netanyahu ha scelto il primo. Con in tasca la promessa scritta dell’amico Donald, da lunedì nuovo presidente degli Stati Uniti: “Se la fase 2 fallisce, la guerra riprende. Con l’ok Usa".

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

18 Gennaio 2025 alle 13:00 - Ultimo agg. 13:06

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AP Photo/Ariel Schalit, File
AP Photo/Ariel Schalit, File

Tregua sia. Firmata. Armata. “Dopo aver esaminato tutti gli aspetti politici, di sicurezza e umanitari, e comprendendo che l’accordo proposto sostiene il raggiungimento degli obiettivi della guerra, la Commissione dei Ministri per gli Affari di Sicurezza Nazionale (Gabinetto politico) ha raccomandato al governo di approvare il piano proposto”. Con questa nota il gabinetto di sicurezza israeliano ha dato il suo via libera all’accordo per una tregua tra Israele e Hamas, dopo 15 mesi di guerra nella Striscia di Gaza.

Durante la riunione del gabinetto di sicurezza, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha riferito che Israeleha ricevuto garanzie inequivocabili da entrambi i presidenti Usa, sia Biden che Trump, che se i negoziati sulla fase due dell’accordo falliscono e Hamas non accetta le richieste di sicurezza, l’Idf tornerà a combattere intensamente a Gaza con il sostegno degli Stati Uniti”. Se fino a ieri (giovedì, ndr) ero inorridito da questo accordo, oggi (ieri,ndr) quando viene rivelato che terroristi con l’ergastolo vengono rilasciati a Gerusalemme, in Cisgiordania, quando tutti sanno che cercheranno di fare di nuovo del male e a uccidere di nuovo, mi prende l’ansia”, ha scritto su X il ministro di ultradestra israeliano Itamar Ben- Gvir, che ha votato, assieme all’altro ministro dell’ultradestra Bezalel Smotrich, contro l’accordo nella riunione di gabinetto e ha annunciato che si dimetterà.

Intanto, è stata resa nota la lista dei 33 ostaggi che saranno rilasciati da Hamas durante la prima fase dell’accordo. L’elenco non è in ordine di rilascio e non indica le condizioni degli ostaggi. Israele ritiene che la maggior parte dei 33 siano vivi. Tra i primi ad essere rilasciati ci sono le donne rapite dai kibbutz e al festival di Nova: Romi Gonen, Emili Demari, Arbel Yehud, Doron Steinbrecher, nonché Shiri Bibas e i suoi figli Ariel e Kfir. Successivamente, secondo il piano, saranno liberate le cinque soldatesse Liri Elbag, Karina Ariev, Agam Berger, Daniela Galbo e Naama Levi. La lista include anche 10 uomini di età compresa tra i 50 e gli 85 anni: Ohad Ben Ami, Gidi Moses, Keith Sigal, Ofer Calderon, Eliyahu Sharabi, Itzik Elgart, Shlomo Mancer, Ohad Yahalomi, Oded Lipschitz e Tzachi Idan. Inoltre, dovrebbero essere rilasciati nella prima fase dell’accordo altri nove ostaggi, tra cui feriti e malati – Yarden Bibas (il padre dei due bambini), Shagai Dekel Chen, Yair Horn, Omer Venkert, Aleksandr Tropnov, Eliya Cohen, Or Levy, Tal Shoham e Omer Shem Tov – così come Avra Mengistu e Hisham Shaaban al-Said, che sono prigionieri a Gaza già da dieci anni.

Dopo la riunione del gabinetto, il ministero della Giustizia israeliano ha pubblicato l’elenco dei detenuti palestinesi il cui rilascio è previsto nel primo round dell’accordo, soggetto all’approvazione del governo. L’elenco comprende 95 detenuti e, secondo il piano, la loro liberazione non sarà effettuata prima delle 16,00 (ora locale) di domenica. La maggior parte dei detenuti palestinesi nell’elenco sono donne e solo uno, con meno di 18 anni, condannato per omicidio.  In attesa del primo scambio di prigionieri, a Gaza si continua a morire. Sarebbero almeno 113 i morti, compresi 28 minori e 31 donne, e 264 i feriti nella Striscia di Gaza da quando è stato annunciato un accordo per una tregua tra Israele e Hamas. È la denuncia che arriva dall’enclave palestinese, secondo quanto riferisce la tv satellitare al-Jazeera. Israele sta «deliberatamente commettendo questi massacri nel suo tentativo di bloccare l’accordo di cessate il fuoco», ha sostenuto Hamas, esortando i mediatori a fare pressione su Israele affinché «fermi i massacri».

Oggi si inizia a realizzare l’accordo. Prigionieri delle due parti riacquisteranno la libertà. Una buona notizia. Sul resto, si vedrà. Tra l’entrante alla Casa Bianca (Trump ) e il dimissionario, quanto affezionato, ministro (Ben-Gvir), Netanyahu ha scelto il primo. Con in tasca la promessa scritta dell’amico Donald, da lunedì nuovo presidente degli Stati Uniti: “Se la fase 2 fallisce, la guerra riprende. Con l’ok Usa”.

18 Gennaio 2025

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