La decisione
Biden, l’ultimo atto dalla Casa Bianca: grazia preventiva per Fauci, Milley e ai “nemici” di Trump
A poche ore dall’addio alla Casa Bianca, Joe Biden compie l’ultimo atto da presidente uscente degli Stati Uniti e firma la grazia preventiva per una serie di persone che, seppur neanche accusate formalmente di alcun reato, sono nel mirino di Donald Trump e che rischiano di venir perseguite dalla nuova amministrazione.
Una grazia preventiva con pochissimi precedenti nella storia statunitense che Biden ha giustificato col rischio che le persone coinvolte nel provvedimento siano “oggetto di procedimenti giudiziari ingiustificati e politicamente motivati”.
- Biden, l’ultimo discorso da presidente: “Una pericolosa oligarchia minaccia gli Stati Uniti”
- Le grazie di Biden, il Presidente Usa saluta svuotando il braccio della morte: ma nessuna abolizione della pena capitale
- Joe Biden grazia il figlio Hunter a rischio carcere: “Perseguitato e trattato diversamente”, Trump all’attacco
Tra questi vi sono due nomi piuttosto noti: uno è quello dell’immunologo Anthony Fauci, ex responsabile del National Institute of Allergy and Infectious Diseases e diventato oggetto di una feroce campagna della destra trumpiana e no-vax durante la pandemia di Covid-19; l’altro è Mark Milley, ex capo di Stato maggiore delle forze armate che più volte aveva criticato apertamente Trump. Ma coinvolti nel provvedimento di grazia preventiva ci sono anche tutti i membri della commissione parlamentare d’inchiesta sull’attacco al Congresso del 6 gennaio 2021, l’assalto portato avanti dai supporters di Trump.
Biden ha dunque voluto assicurare una copertura giudiziaria nei confronti di chi è apertamente nel mirino del nuovo presidente Usa, che non ha nascosto la sua intenzione di perseguire coloro che lo hanno “perseguitato” in quella che ha sempre definito “una caccia alla streghe”.
Negli Stati Uniti la scelta di Biden ha aperto un dibattito, anche all’interno dello stesso Partito Democratico: il precedente più noto di “grazia preventiva” è quella che il presidente Gerald Ford concesse al suo predecessore Richard Nixon nel 1974 per proteggerlo da eventuali cause legali collegate al caso Watergate, anche se al tempo Nixon non era accusato di alcun reato.
Nelle scorse settimane Biden aveva già graziato 39 persone condannate per crimini non violenti e ridotto le pene di altre 4mila persone, oltre a commutare in ergastolo la pena di morte di 37 persone condannate a morte a livello federale (sulle 40 totali). Aveva fatto discutere anche la grazia concessa al figlio Hunter Biden, “piena e incondizionata”, con quest’ultimo accusato di possesso illegale di arma da fuoco e di evasione fiscale.