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Veterinario sbranato dai suoi cani: Patrizio Donati aggredito dagli alani che allevava

FOTO DI REPERTORIO DA PIXABAY

FOTO DI REPERTORIO DA PIXABAY

Patrizio Donati era veterinario, e anche piuttosto noto in paese. Non ha avuto scampo: è stato ritrovato morto nel giardino della sua abitazione a Cerro Maggiore, in provincia di Milano. Secondo quanto trapela dalle indagini sarebbe stato aggredito da due dei suoi dodici cani. Le ferite sul cadavere hanno indirizzato in questa direzione i rilievi. A niente è servito l’intervento dei sanitari del 118 sul posto. Sul caso indagano i carabinieri della compagnia di Legnano.

Donati aveva 72 anni, aveva cinque alani. Secondo ANSA non si sarebbero mai mostrati aggressivi in passato. Il veterinario è stato aggredito in giardino. Secondo quanto scrive Il Giorno stava curando un esemplare malato quando è stato azzannato, poco prima delle 15:00 di domenica pomeriggio. A lanciare l’allarme è stata la moglie quando è rientrata a casa. Il corpo è stato ritrovato nel cortile che s’affaccia sui recinti, tutti aperti, dove riposano gli animali. Riportava profonde ferite al collo e alla testa, compatibili con i morsi dei cani.

La vittima è stata trasportata in codice rosso con ambulanza e automedica. Dalle pagine social emerge la sua enorme passione per i cani. Ogni tentativo di rianimazione è stato inutile, il veterinario è morto a causa dei gravi traumi riportati. La Procura di Busto Arsizio ha deciso di non condurre l’autopsia sul cadavere, per permettere ai familiari di prendere in consegna la salma dell’uomo. Ha deciso di permettere all’Ats di prelevare due dei dodici cani per metterli sotto osservazione. Al momento non risultano ci fossero testimoni dei fatti quando si è consumata l’aggressione.

Il dibattito sulla patente per le “razze pericolose”

Soltanto la settimana scorsa una donna di 30 anni, Patricia Masithela, era stata sbranata a morte dai cani nel nel giardino della casa di un amico alle porte di Latina. Già l’anno scorso alcuni tragici episodi di cronaca analoghi avevano rimesso al centro dell’attenzione l’opportunità di introdurre una patente per i proprietari di razze di cani considerate più pericolose.  “Bisogna avere una responsabilità, alcuni parlano di un patentino: io sarei favorevole – aveva commentato al Gr di Radio 1 il Zoologo Bruno Cignini – che chi ha questi cani abbia una sorta di preparazione per poterli gestire. Il problema non è mai il cane, il problema è il proprietario”. Il Comune di Milano nel 2020 aveva introdotto l’obbligo di conseguire un patentino per chiunque sia in possesso di un cane “speciale”, ovvero in grado di rappresentare un rischio maggiore per altri animali ed esseri umani.

Quando i cani vengono abbattuti

L’ordinanza del 23 marzo 2009 del Sottosegretario alla Salute Francesca Martini aveva cancellato la lista delle razze pericolose introdotta dall’ordinanza sulla “Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione di cani” firmata da Livia Turco tre anni prima, nel 2006, ed entrata in vigore nel 2007. La misura sottolineava come le aggressioni non possano essere attribuite a specifiche razze. Proprio l’ordinanza Turco aveva introdotto l’ipotesi di abbattimento dopo la valutazione di una commissione di medici e un percorso rieducativo. Un’altra opzione è il trasferimento in una struttura adeguata.