Sudamerica
Amazzonia in fiamme, nel 2024 bruciato un territorio più grande dell’Italia intera: deforestazione e incendi dolosi
I dati della piattaforma di monitoraggio MapBiomas. Complice il riscaldamento globale, che ha causato una grave siccità negli ultimi anni. Lula ha riconosciuto che il Paese non è pronto a prevenire e contenere i roghi
Ambiente - di Redazione Web
In fumo un territorio più grande di quello dell’Italia intera. Desta preoccupazione se non allarme la situazione della deforestazione in Brasile: 308mila chilometri quadrati di territorio sono stati interessati nel 2024, una percentuale in aumento del 79%, secondo il dato di MapBiomas, la piattaforma di monitoraggio dell’Osservatorio Climatico Brasiliano, pubblicato oggi.
L’anno 2024 è stato “atipico e allarmante” secondo la coordinatrice Ane Alencar di MapBiomas Incendie. Oltre 140mila incendi, il numero più alto in 17 anni, un dato in aumento del 42% rispetto al 2023. Ancora più preoccupante la situazione se si considera che nella quasi totalità dei casi gli incendi sono causati dall’uomo. Per interessi, sfruttamento, conversione del territorio e delle risorse. Agricoltori e allevatori spingono infatti per aumentare i terreni sui quali poter lavorare e guadagnare.
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Gli scienziati sostengono che gran parte della responsabilità degli incendi – o quantomeno la loro estensione – è anche da ricondurre al riscaldamento globale. La vegetazione è più secca e le fiamme si propagano più rapidamente – come nel caso dei devastanti incendi che hanno colpito la California nelle ultime settimane. Proprio l’Amazzonia è stata interessata da larghi periodi di siccità negli ultimi anni. Considerando soltanto le foreste, sono andati in fiamme 85mila chilometri quadrati di territorio rispetto ai 22mila del 2023.
A BioMaps collaborano scienziati, ong ambientaliste, università e aziende tecnologiche. Raccoglie i dati dal 2019 e i numeri di quest’anno sono i più alti in assoluto. Lo scenario è allarmante: nel 2023 la deforestazione era diminuita. 8,5 milioni di ettari sono stati devastati nel 2024, rispetto ai 2,2 milioni del 2023. Le conseguenze degli incendi in particolare in Amazzonia, definita “il polmone verde del mondo”, riguardano però tutto il mondo.
Quest’anno la COP30, la conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, dovrebbe tenersi a novembre proprio in Brasile e proprio in Amazzonia, a Belém. Lula, l’attuale presidente, ha definito una priorità la protezione dell’Amazzonia, a differenza del suo predecessore, il politico di ultradestra Jair Bolsonaro. Lula aveva comunque riconosciuto recentemente come il Paese non sia ancora attrezzato per contenere e prevenire la grande mole di incendi che stanno devastando le foreste.