La richiesta della CPI
Liberato il torturatore dei migranti: l’Italia rilascia Almasri, il capo della polizia libica accusato di crimini di guerra
Un caso internazionale. Le opposizioni insorgono: "Scandaloso". Schlein: "Meloni voleva inseguire i trafficanti di esseri umani in tutto il globo terracqueo, il governo spieghi"
Cronaca - di Redazione Web
Già è stato liberato Njeim Osama Elmasry Habish, noto come Almasri, il capo della polizia giudiziaria libica arrestato domenica scorsa in Italia su mandato della Corte Penale Internazionale, il principale tribunale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità. Rilasciato, già martedì si trovava di ritorno all’aeroporto di Tripoli, dov’è stato accolto da una folla che ha festeggiato il suo atterraggio. Insorgono le opposizioni che chiedono chiarimenti al ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Almasri era stato arrestato domenica scorsa a Torino. Era noto come il torturatore dei migranti, già a capo del carcere di Mitiga – al entro di indagini e accuse internazionali su violazioni di diritti umani e torture – , alla guida in un’influente milizia libica. Quelle stesse milizie libiche con cui i governi italiani negli ultimi anni hanno collaborato, con accordi formali, per bloccare le partenze dei migranti anche con metodi violenti su cui l’Europa chiude gli occhi con complicità.
“Il criminale che adesso è rinchiuso nel carcere delle Vallette – si leggeva in un articolo pubblicato su questo giornale – accusato di omicidi, stupri, riduzione in schiavitù, uccisioni di massa di migranti seppelliti in fosse comuni e tutto il resto degli orrori, è un funzionario istituzionale di primo livello, in costante rapporto con il Ministero degli Interni italiano e con gli agenti dell’Aise, i ‘nostri’ servizi segreti, che in questi anni hanno sempre saputo che fine facevano donne, uomini e bambini che non dovevano entrare nelle statistiche degli sbarchi in Italia.”
“È pervenuta la richiesta – avevano fatto sapere dal ministero della Giustizia – della Corte Penale Internazionale di arresto del cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish. Considerato il complesso carteggio il Ministro sta valutando la trasmissione formale della richiesta della CPI al Procuratore generale di Roma, ai sensi dell’articolo 4 della legge 237 del 2012″. Già a quel punto erano scattate le proteste di Alleanza Verdi Sinistra, sorpresa dalla “valutazione” della richiesta.
La notizia del rilascio è stata confermata dal ministero dell’Interno lunedì sera. Secondo quanto emerge in questi frangenti, anche se il governo non ha commentato ufficialmente, Almasri sarebbe stato rilasciato a causa di un vizio di forma. La Corte d’Appello di Roma non avrebbe convalidato l’arresto in quanto la Digos, che ha eseguito la misura cautelare, avrebbe dovuto avvisare il ministero della Giustizia secondo quanto detta la legge 237 del 2012 in caso di richieste della CPI.
Dopo la scarcerazione non si sono fatte attendere le richieste di chiarimento da parte di altri esponenti dell’opposizione. “La vicenda della scarcerazione è gravissima. Chiederemo conto al ministro Nordio in aula di questa scelta che a noi sembra assurda. Cosa c’è sotto?”, ha twittato l’ex premier e leader di Italia Viva Matteo Renzi. Riccardo Magi di +Europa ha definito “gravissimo” il rilascio e annunciato un’interrogazione urgente al ministro Nordio affinché venisse a riferire nelle prossime ore.
La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha rinfacciato le parole della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Voleva inseguire i trafficanti di esseri umani in tutto il globo terracqueo, ne era stato arrestato uno libico in Italia e invece di dare seguito alle richieste della Corte penale internazionale che lo accusa di crimini di guerra e contro la dignità umana, lo hanno rimandato impunito in Libia. Il governo chiarisca immediatamente perché Almasri è stato scarcerato e lasciato andare”.
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia: “Una persona ricercata dalla Corte penale internazionale, il massimo organismo della giustizia internazionale, viene rimandata a casa dallo Stato che con quella Corte aveva l’obbligo di collaborare e che aveva contribuito a fondare ospitando nel 1998 la conferenza istitutiva. È scandaloso“.