“Mi pare ormai evidente che su David Rossi molti ci siano ancora tanti aspetti da chiarire”, afferma il senatore Pierantonio Zanettin (FI), ex presidente della Commissione d’inchiesta sulla morte dell’ex responsabile della comunicazione di Monte Paschi di Siena. Ieri è stato rinviato a giudizio dal tribunale di Genova l’ex comandante provinciale dei carabinieri di Siena, Pasquale Aglieco, adesso in pensione e da tempo residente ad Hammamet (Tunisia). Aglieco, sentito a dicembre del 2021 dalla Commissione d’inchiesta, aveva riferito di essersi trovato per caso sul luogo della morte di Rossi in quanto, dopo essere uscito a comprare le sigarette, aveva deciso di seguire una volante che passava a sirene spiegate e quindi di aver assistito ad un sopralluogo nella stanza prima dell’arrivo della polizia scientifica. Disse pure che il pm inquirente, Antonino Nastasi, toccò il computer personale di Rossi, rovesciò sulla scrivania il contenuto del cestino dove c’erano fazzolettini intrisi di sangue, chiuse la finestra e rispose al cellulare del manager di Mps.
Le dichiarazioni di Aglieco avevano portato la magistratura genovese a indagare per falso aggravato Nicola Marini, Antonino Nastasi e Aldo Natalini, i tre pm senesi presenti a Rocca Salimbeni la notte della morte di Rossi. Inchiesta poi archiviata. Nel dicembre del 2022, un anno dopo quella deposizione di fronte alla commissione parlamentare, la stessa magistratura genovese ha iscritto Aglieco nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di false dichiarazioni al pubblico ministero. Aglieco, che nel maggio del 2023 è stato condannato a 8 mesi dal tribunale di Tunisi per un presunto documento falso, dovrà presentarsi il prossimo primo aprile difronte al tribunale di Genova. Per i magistrati, Aglieco “falsamente escludeva di avere ricevuto preventive informazioni sulla precipitazione del citato David Rossi mentre in realtà in suddetto luogo era giunto dopo avere già ricevuto notizia del fatto accaduto”.
I racconti di Aglieco, quello alla magistratura e quello fatto di fronte alla Commissione parlamentare d’inchiesta, sarebbero stati poi disarticolati da altre testimonianze, dai tabulati telefonici e da accertamenti maturati nell’inchiesta dei pm di Genova. Aglieco, hanno infatti scoperto i commissari, non era da solo quella sera. Ad accompagnarlo nell’ufficio di Rossi, prima dell’arrivo della polizia scientifica, ci sarebbero stati ben quattro ufficiali dell’Arma: i colonnelli Giuseppe Manichino e Rosario Mortillaro, l’allora capitano Edoardo Cetola, il luogotenente Marcello Cardiello. Come per Aglieco, però, i nomi di costoro non erano mai comparsi in alcun verbale. Una circostanza che aveva subito insospettito la Commissione. Troppe persone erano dunque entrate quella sera nell’ufficio di Rossi senza un giustificato motivo e, soprattutto, senza lasciare traccia del loro passaggio. Ma questo non è il solo punto oscuro.
La Commissione aveva recuperato anche un filmato, registrato il 6 marzo 2013, giorno in cui il capo della comunicazione della banca Mps era stato trovato morto sulla strada sotto al suo ufficio, a Rocca Salimbeni. Nella clip si vedono due persone uscire dalla sede di Mps. “Questo filmato – spiega Zanettin – contrasta con tutti gli atti processuali in quanto gli inquirenti hanno sempre sostenuto non esistessero uscite alternative all’ingresso principale alla banca”. “Il caso David Rossi non è dunque chiuso”, aggiunge Zanettin, ricordando inoltre gli altri elementi importanti emersi. I medici legali, ad esempio, hanno evidenziato nove punti lesivi presenti nel corpo di Rossi non compatibili con la caduta dalla finestra, affermando che poteva salvarsi se i soccorsi fossero intervenuti subito. Nel secondo computer portatile nella disponibilità di Rossi erano poi state rinvenute immagini erotiche di cui nessuno ha mai parlato ma che erano contenute nella copia forense agli atti. Tra l’altro questo secondo computer portatile non si vedeva nelle immagini dei filmati realizzati da polizia scientifica. Il giorno dopo erano stati però sequestrati due computer portatili. Perché non è stato ripreso anche il secondo? Una dimenticanza? È stato messo dopo da qualcuno? “Le perizie consegnano ancora dubbi su cui svolgere attività d’indagine”, conclude Zanettin.