La rubrica Sottosopra
Lettera aperta ai presidenti degli stati arabi: “La mattanza di Gaza vi riguarda”
L’eccidio di Gaza è uno spartiacque: dopo nulla è uguale a prima. La storia giudicherà in modo severo tanto chi l’ha compiuto quanto chi non ha fatto niente per impedirlo.
Esteri - di Mario Capanna
La non-collaborazione col male è un dovere quanto lo è la collaborazione col bene.
(Gandhi)
Signori Presidenti degli Stati arabi, mi rivolgo a voi senza la pretesa di voler insegnare alcunché, ma solo in virtù del fatto che, in circa 50 anni di sforzi volti a costruire la pace in Palestina e in Medioriente, sono entrato molte volte in contatto con i vostri popoli e con diversi dei vostri predecessori. Vedete bene la situazione angosciante in cui viene sempre più ridotta la gente palestinese. Nessun popolo sta subendo, sulla propria terra, una carneficina così mostruosa. Le finalità degli aggressori sono del tutto chiare: indurre i palestinesi a fare la fine dei nativi (degli indiani) d’America.
I fatti urlano l’ignominia: non solo Israele si è proclamato Stato per soli ebrei, ma la Knesset ha pure votato il no assoluto alla edificazione dello Stato palestinese. Molto semplicemente – e molto vigliaccamente – tutto questo vuol dire la ricerca – la creazione – di una seconda Nakba, questa volta definitiva, per i palestinesi.
Dopo la terra bruciata fatta a Gaza, e utilizzando la fragile tregua raggiunta lì, ora Israele concentra l’azione di sterminio in Cisgiordania. Ripetendo la stessa tattica, di ignominiosa distruzione, praticata nella Striscia: demolizione di ospedali, delle scuole, città invase sull’esempio di Jenin per fiaccare la resistenza, taglio dell’energia elettrica, case demolite per rappresaglia, a breve mancanza di cibo, acqua e medicinali, assassinii a non finire.
Israele si sente incoraggiato dalla rielezione di Trump, da cui avrà briglia sciolta più di quanto accaduto con Biden. Basti considerare che la neo ambasciatrice all’Onu, Elise Stefanik, nominata dalla nuova amministrazione repubblicana, ha dichiarato pubblicamente che lo Stato sionista ha il “diritto biblico” (!?) di annettere le terre di Giudea e Samaria, ovvero la Cisgiordania… Che nel compiere i suoi misfatti Israele abbia raggiunto il record mondiale di violazioni delle risoluzioni dell’Onu è un fatto che lascia indifferente la cosiddetta “comunità internazionale”.
Ebbene: pure voi continuate a essere indifferenti? Ma voi siete arabi! Come potete restare inerti dinanzi alle sofferenze del popolo fratello? Voi siete arabi! Come fate a non capire che l’Occidente – segnatamente gli Usa e l’Europa – forniscono ogni appoggio allo Stato di Israele per tenere in perenne soggezione i vostri popoli? Voi siete arabi! Siete centinaia di milioni, e vi fate menare per il naso da uno staterello, sebbene super armato, usato come cane da guardia contro le moltitudini che voi rappresentate. Ma vi rendete conto? C’è voluto il Sudafrica – uno Stato che è dall’altra parte della Terra rispetto al Medioriente – per denunciare alla Corte penale internazionale i crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati da Israele.
E voi dove eravate? Distratti? Ma no! Impegnati a firmare gli “Accordi di Abramo” con Israele, cercando illusoriamente di ammansire il mastino, senza accorgervi che vi mettevate con le vostre mani il nodo scorsoio intorno al collo. Accordi siglati svendendo la causa palestinese, in cambio di briciole fornite da Washington e Tel Aviv. Siete arabi! Volete che il vostro destino sia analogo a quello preconizzato nei celebri versi?... Prima di tutto vennero a prendere gli zingari / e fui contento, perché rubacchiavano. / Poi vennero a prendere gli ebrei / e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. / Poi vennero a prendere gli omosessuali, / e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. / Poi vennero a prendere i comunisti, / e io non dissi niente, perché non ero comunista. / Un giorno vennero a prendere me, / e non c’era rimasto nessuno a protestare.
Siete arabi! E vi sia chiaro che non sto invitandovi alla guerra, che è sempre una sconfitta per l’umanità. Sto semplicemente esortandovi a fare ogni sforzo, in modo pacifico alla luce del sole, per dare ogni aiuto possibile sul piano umano, culturale, morale, diplomatico, organizzativo – e in ogni sede, nazionale e internazionale – al popolo palestinese. Esso, con lo straordinario eroismo della sua resistenza, è di esempio a tutta la nazione araba affinché, superando ogni divisione, proietti in alto i valori della dignità dei popoli e della loro pacifica coesistenza.
L’eccidio di Gaza è uno spartiacque: dopo nulla è uguale a prima. La storia giudicherà in modo severo tanto chi l’ha compiuto quanto chi non ha fatto niente per impedirlo. Siate arabi, perdio! Sollevatevi all’altezza di quello che fu chiamato dagli storici l’ “Apogeo dell’Islam” (fra l’VIII e l’XI secolo), quando la vostra civiltà era riferimento dei popoli, inclusiva pure nei confronti degli ebrei, cosmopolitica. Avrebbe un valore immenso se i vostri Paesi dimostrassero, nei comportamenti e nei fatti, che il futuro della Palestina e del Medioriente potrà essere costruito non dalla prepotenza, ma dallo spirito e dall’azione della pace operante fra i popoli. La lettera viene recapitata tramite i vostri ambasciatori a Roma, con saluti cordiali.