Prosegue la tregua

Il ritorno nel nord di Gaza degli sfollati e sopravvissuti ai bombardamenti

La rimozione a Gaza delle bombe inesplose e delle mine antiuomo dopo 15 mesi di conflitto potrebbe richiedere fino a 10 anni. È la stima che arriva dall’Ufficio delle Nazioni Unite.

Esteri - di Redazione Web

27 Gennaio 2025 alle 08:00

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AP Photo/Abdel Kareem Hana – Associated Press / LaPresse
AP Photo/Abdel Kareem Hana – Associated Press / LaPresse

Hamas ha rilasciato i nomi dei prossimi ostaggi che verranno liberati: si tratta di Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag, la soldatessa di cui Hamas ha rilasciato un video poche settimane fa. Si prevede inoltre, secondo il Jerusalem Post, che Israele riceva da Hamas l’elenco dei restanti 27 ostaggi da rilasciare nella prima fase dell’accordo, insieme alle loro condizioni.

Da oggi gli sfollati di Gaza potranno ritornare a piedi nel nord della Striscia senza armi e senza ispezione, attraverso Rashid Street. Potranno ritornare anche con i loro veicoli nel nord di Gaza attraverso il Corridoio Netzerim, dopo che saranno stati ispezionati da una compagnia privata americana. A partire dal 21mo giorno del cessate il fuoco, gli sfollati potranno ritornare a piedi anche attraverso la strada Salah al-Din, senza ispezione, come prevede l’intesa tra Israele e Hamas.
Gaza, un cumulo di macerie e un enorme campo minato.

La rimozione a Gaza delle bombe inesplose e delle mine antiuomo dopo 15 mesi di conflitto potrebbe richiedere fino a 10 anni.  È la stima che arriva dall’ Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari secondo cui la gestione delle macerie, il recupero dei corpi e il trattamento della contaminazione da ordigni esplosivi a Gaza rimangono essenziali per consentire movimenti sicuri della popolazione, il continuo aumento dell’assistenza umanitaria e il ripristino dei servizi essenziali. Secondo un rapporto del Protection Cluster, che riunisce varie organizzazioni umanitarie delle Nazioni Unite, saranno necessari “500 milioni di dollari in 10 anni per rimuovere gli esplosivi sepolti tra le macerie di Gaza, ovvero circa 42 milioni di tonnellate di macerie che contengono anche amianto, altri contaminanti pericolosi e resti umani”.

Le agenzie umanitarie continuano in una corsa incessante a fornire aiuti alla popolazione palestinese. Hanno aumentato la distribuzione di cibo, riaperto panetterie e riabilitato ospedali. Jonathan Whittall, capo dell’ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari per la Palestina, ha osservato: “sono in gioco vite umane e non c’è tempo da perdere”

27 Gennaio 2025

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