Egitto e Giordania rispondono picche
Il piano di Trump e Netanyahu per Gaza: deportare tutti e chiamarla pace
Altro che due Stati. Trump vorrebbe trasferire oltre un milione di profughi palestinesi nei paesi confinanti per “ripulire” la Striscia che ora è “un sito di demolizione”. No anche dall’Anp
Esteri - di Umberto De Giovannangeli

Donald Trump, il presidente “deportatore”. Dai migranti clandestini al popolo “indesiderato”: i palestinesi, il tycoon ha un progetto per costruire abitazioni in Giordania e in altri Paesi confinanti, dove trasferire oltre un milione di profughi palestinesi in modo da “ripulire” la Striscia di Gaza. È stato lo stesso inquilino della Casa Bianca a illustrare il suo piano alla stampa.
L’argomento, ha detto Trump, è stato già esposto al re Abdullah II, a cui ha chiesto di far entrare in Giordania, dove ci sono oltre 2,3 milioni di palestinesi, altri rifugiati. “Gli ho detto che vorrei che prendesse altri profughi perché guardate adesso alla Striscia di Gaza è un disastro – ha affermato – stiamo parlando di un milione e mezzo di persone, dobbiamo ripulire tutto”. “Dobbiamo fare qualcosa al momento è un sito di demolizione – ha aggiunto riferendosi alle distruzioni inflitte dai bombardamenti israeliani – quasi tutto è demolito e la gente sta morendo. Così vorrei essere coinvolto con alcune nazioni arabe e costruire abitazioni in posti diversi in modo che possano vivere finalmente in pace”.
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L’immobiliarista diventato, due volte, presidente ha detto che queste nuove abitazioni ‘potrebbero essere temporanee o a lungo termine’ determinando quindi il trasferimento dei palestinesi fuori dalla Striscia di Gaza. La Cnn cita l’analista dell’emittente israeliana Channel 12, Amit Segal, nelle grazie di Netanyahu e dei ministri dell’ultradestra, secondo il quale le parole di Trump non sono una semplice esternazione ma fanno parte di ‘un piano più ampio che appare coordinato con Israele’. La proposta di Trump, sottolinea ancora la Cnn, appare come una rottura con la politica da decenni adottata dagli Usa a sostegno della soluzione dei due Stati. Il piano, seppur presentato per sommi capi, ha già incassato una raffica di no.
Il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi ha detto chiaramente che Amman ha chiuso la porta. “Il nostro rifiuto del trasferimento dei palestinesi è fermo e non cambierà, la Giordania è dei giordani e la Palestina dei palestinesi”, taglia corto Safadi. A stretto giro, l’Egitto ha informato gli Stati Uniti di respingere la proposta del presidente Trump di trasferire i palestinesi dalla Striscia di Gaza nel suo territorio. Lo ha detto al canale televisivo saudita Al-Hadath una fonte egiziana, secondo cui il piano degli Stati Uniti prevede lo spostamento dei palestinesi da Gaza per un periodo da sei mesi a un anno in tre paesi arabi e un paese in Asia. Il piano specifica che i palestinesi dovranno lasciare i paesi ospitanti all’inizio del 2026, ma non specifica se i rifugiati potranno tornare a Gaza.
Anche il presidente palestinese Mahmud Abbas, rende noto l’Anp, “ha espresso un forte rifiuto e condanna di ogni progetto teso a sfollare dalla Striscia di Gaza il nostro popolo”. Il popolo palestinese, conclude la dichiarazione, “non abbandonerà la sua terra e i suoi luoghi sacri”. “Come hanno sventato ogni piano di sfollamento e di patrie alternative nel corso dei decenni, anche il nostro popolo sventerà tali progetti”, ha affermato Bassem Naim, membro dell’ufficio politico di Hamas, aggiungendo che “non andranno da nessuna parte”.
Annota Haaretz, l’autorevole quotidiano di Tel Aviv, in un editoriale: “Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump continua a cercare un luogo dove trasferire i residenti di Gaza, senza tenere in alcun conto il fatto che la Striscia è la casa e la terra di circa 2 milioni di uomini, donne e bambini. La scorsa settimana è stato riferito che l’amministrazione Trump sta valutando la possibilità di ‘trasferire’ in Indonesia i residenti di Gaza, al fine di riabilitare la Striscia. La creatività geopolitica di Trump non conosce limiti: per trasformare la Striscia in Singapore, la sua amministrazione trasferirà 2 milioni di persone in Indonesia. Ora Trump propone che Egitto e Giordania accolgano altri palestinesi da Gaza. In una discussione con i giornalisti sull’Air Force One, il presidente ha detto che la Striscia è ‘un vero disastro’ al momento. […] Di questo passo Trump probabilmente proporrà che i gazawi vengano lanciati ‘volontariamente’ nello spazio e si stabiliscano su Marte, nello spirito della promessa fatta nel suo discorso di insediamento: ‘E perseguiremo il nostro destino manifesto verso le stelle, lanciando astronauti americani per piantare la bandiera a stelle e strisce sul pianeta Marte’. Perché non anche la bandiera palestinese? È possibile che il suo partner Elon Musk ci stia già lavorando. Chi ha accolto l’idea con grande entusiasmo sono stati i rappresentanti dell’estrema destra israeliana, che da decenni sognano di trasferire i palestinesi. ‘L’idea di aiutarli a trovare altri luoghi per iniziare una nuova vita è un’idea meravigliosa’, ha dichiarato il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, mentre il parlamentare ed ex ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, successore di Meir Kahane, ha suggerito che il governo stesso attui l’idea. Dimmi chi si entusiasma per le tue idee e ti dirò quanto sono bizzarre e pericolose”, conclude Haaretz. Pericolose soprattutto se a partorirle è il capo dell’iperpotenza mondiale. E se in Israele governano i suoi fanatici estimatori.