L'inchiesta a Milano

Chiara Ferragni rinviata a giudizio per il caso Pandoro, l’influencer a processo per truffa: “Accusa ingiusta”

Cronaca - di Redazione

29 Gennaio 2025 alle 10:22

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Chiara Ferragni rinviata a giudizio per il caso Pandoro, l’influencer a processo per truffa: “Accusa ingiusta”

La pace fatta col Codacons non evita a Chiara Ferragni il rinvio a giudizio per il “caso Pandoro”, l’inchiesta condotta dalla Procura di Milano in cui la più nota tra le influencer italiane e imprenditrice digitale è accusata di aver sponsorizzato finte iniziative benefiche legate alla vendita del pandoro “Pink Christmas” di Balocco e di uova di Pasqua.

A comunicare il rinvio a giudizio con l’accusa di truffa aggravata è stata la stessa difesa della Ferragni. I suoi legali, gli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, si dicono “fermamente convinti che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che ogni profilo controverso sia già stato affrontato e risolto avanti l’Agcm. L’interlocuzione con i Pubblici Ministeri non ha avuto l’esito auspicato e la Procura ha preferito demandare al Giudice del dibattimento ogni decisione nonostante sia evidente l’assenza di condotte costituenti reato e la mancanza delle condizioni di procedibilità. L’innocenza della nostra assistita verrà certamente acclarata in giudizio che affronteremo serenamente”.

Ma sulla vicenda si registrano anche le dichiarazioni della stessa Ferragni: “Credevo sinceramente che non fosse necessario celebrare un processo per dimostrare di non aver mai truffato nessuno. Dovrò purtroppo convivere ancora del tempo con questa accusa, che ritengo profondamente ingiusta, ma sono pronta a lottare con ancora maggiore determinazione per far emergere la mia assoluta innocenza”.

Assieme all’influencer nel registro degli indagati erano finiti il suo ex collaboratore Fabio Damato, Alessandra Balocco, amministratrice delegata dell’azienda piemontese e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID (per le uova di Pasqua).

Per la Procura i consumatori che avevano acquistato pandori e uova di Pasqua “griffati” dalla Ferragni sarebbero stati “danneggiati” con “informazioni fuorvianti”, aiutando così a realizzare un “ingiusto profitto” di oltre 2 milioni e 200 mila euro a cui si aggiunge il beneficio di un “ritorno di immagine legato alla prospettata iniziativa benefica”.

A fine dicembre Ferragni aveva concluso un accordo col Codacons e l’Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi: l’influencer avrebbe risarcito 300 consumatori danneggiati e donato 200mila euro a un’associazione che segue le donne vittime di violenza in cambio del ritiro delle querele nei suoi confronti.

di: Redazione - 29 Gennaio 2025

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